Immissioni in ruolo – Il governo GialloVerde si è trovato a dover gestire le nuove immissioni in ruolo nella scuola, ottenendo dal MEF l’autorizzazione per ben 58 mila unità fra personale ATA e personale docente. Un segnale forte mirato a combattere il precariato che da decenni affligge la scuola italiana. Tuttavia non aveva fatto i conti con le politiche di reclutamento dei precedenti governi. Politiche scriteriate che non hanno tenuto conto che le graduatorie ad Esaurimento GAE per molte classi di concorso erano esaurite e i posti messi a concorso non erano sufficienti a garantire il normale tour-over e proprio questo gap ha di fatto annullato la buona volontà del governo Conti.
Non si trovano docenti per le immissioni in ruolo
“Su 58 mila immissioni in ruolo possibili – scrive ItaliaOggi – per quest’anno, l’amministrazione scolastica si fermerebbe dunque a quota 35 mila” Mancano appunto 23 mila cattedre. “Il problema – continua ItaliaOggi – è la mancanza di candidati: esaurite in alcune realtà sia i docenti inseriti nelle Gae, le graduatorie a esaurimento, che quelli del concorso”. Insomma come potete ben capire la situazione è davvero paradossale, da un lato il governo autorizza le immissioni in ruolo, dall’altro non vi sono candidati idonei. Tale situazione evidenzia che negli anni passati i governi non sono stati in grado di programmare le immissioni in ruolo, nonostante le tante, troppe, riforme sul reclutamento. Naturalmente ci si augura che il governo in carica faccia meglio soprattutto nel programmare i concorsi dei prossimi anni che a quanto pare saranno sempre su base regionale e mirati.
Le graduatorie esaurite sono al Nord
Le Gae esaurite sono concentrate in Lombardia e in Veneto, ma in generale anche nelle altre regioni del Nord Italia. Ancora una volta si evidenzia che mancano i docenti dell’area tecnico scientifica, mancano anche docenti di sostegno dove si registra un gap davvero notevole fra domanda e personale specializzato sulla didattica speciale volta all’inclusione degli allievi con disabilità. Va inoltre considerato che la riforma dei professionali porterà l’aumento delle ore dei docenti di laboratorio noti a tutti come ITP che si andranno a sommare ai pensionamenti dei prossimi anni. Il governo sarà chiamato a risolvere anche questo aspetto altrimenti le discipline di laboratorio rischiano di non avere il docente oppure di reclutarlo fra i nuovi diplomati privi di esperienza.