Bandire un concorso con due anni di ritardo, svolgere le prove dopo altri due anni e non avere le graduatorie pronte per le immissioni in ruolo per una manciata di giorni? È una storia tutta italiana, ma che non riguarda tutta l’Italia. In alcune regioni infatti a settembre entreranno in classe i nuovi insegnanti della scuola primaria selezionati dal concorso ordinario 2020, in altre no. Nel Lazio, Sardegna, Sicilia e Marche, nonostante le procedure concorsuali siano terminate e le graduatorie pressoché pronte, sembrerebbe che si preferisca dare avvio alle procedure per le immissioni in ruolo senza attendere la pubblicazione delle graduatorie di merito. Le classi resteranno scoperte? No, nessun rischio, nella graduatoria del reclutamento straordinario 2018, che non prevedeva alcuna selezione, ci sono ancora molti insegnanti, alcuni bocciati ai concorsi ordinari. Era, quella del 2018, una procedura senza possibilità di bocciatura, che garantirà quindi anche ai molti candidati che hanno fatto scena muta e preso 0 di passare davanti a chi ha studiato con passione, ha dimostrato professionalità e si è sottoposto a una reale selezione nel concorso 2020. Il concorso ordinario è decisamente perfettibile: riteniamo che le procedure di selezione possano essere migliorate garantendo ad esempio maggiore parità di trattamento da parte delle commissioni esaminatrici per gli orali, ma non possono essere minimamente paragonate a una sanatoria mascherata da concorso. Si preferisce quindi immettere in ruolo persone di cui non sappiamo non solo se hanno competenze didattiche, ma neanche se sanno leggere, scrivere e far di conto. Abbiamo così tanto atteso un concorso vero che permettesse l’immissione in ruolo dei migliori docenti possibili e adesso apprendiamo che in alcune regioni come il Lazio non si riesce a pubblicare le graduatorie di merito, con la conseguenza di far saltare le assunzioni dei docenti selezionati dal concorso 2020. Ci scoraggia, ci fa credere che alla fine vince chi cerca scorciatoie, che va a insegnare chi non studia, che viene chiamato a valutare chi per primo non ha sostenuto un vero esame.
Coordinamento Nazionale SFP
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