Siamo davvero un Paese bizzarro.
Non si permette al popolo di votare su una questione di coscienza come il fine vita, su cui erano state raccolte oltre un milione di firme, ma si snatura la funzione del referendum con cinque quesiti sulla giustizia incomprensibili ai più. Quesiti che oltretutto andrebbero a toccare delicati equilibri tra due poteri dello Stato. Ovviamente gli elettori se ne sono andati al mare, come è giusto che sia stato. Perché le leggi si fanno in Parlamento, dove c’è gente pagata per scriverle, emendarle e approvarle.
A questo proposito, vi informo che il Parlamento nelle scorse settimane era spesso un deserto, con i deputati e i senatori in giro a fare campagna elettorale nei territori di appartenenza.
E quando vi diranno che non si possono votare leggi come il Ddl Zan o la cittadinanza ai ragazzi italiani figli di immigrati perché “ci sono altre priorità” ricordatevi delle aule deserte e dei 400 milioni di euro buttati. Ma si la scuola può aspettare, dicono che non ci sono risorse.
Ernesto C.
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