Si del ministro alle Abilitazioni all’Estero, ma il rischio dello scavalco è quanto mai concreto.
Le organizzazioni sindacali temono che la proposta del Ministro Valditara rischi di favorire i docenti con titoli esteri ancora non riconosciuti a scapito degli abilitati e specializzati in Italia.
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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha informato le sigle sindacali di una possibile inversione di rotta rispetto al trattamento dei docenti con titoli di abilitazione e specializzazione conseguiti all’estero e non ancora riconosciuti nel nostro Paese. Secondo le bozze circolate, questi insegnanti potrebbero accedere alle supplenze brevi nonostante i procedimenti di valutazione dei loro titoli si trovino ancora in una fase di stallo.
Sono 12mila gli abilitati all’Estero che possono scavalcare i loro colleghi con l’abilitazione conseguita in Italia
Sono circa 12mila gli interessati, che hanno speso mediamente 8-9mila euro per i titoli esteri più i costi legali dei ricorsi contro i lunghi tempi di valutazione da parte del Ministero e di CIMEA. Solo il 10% delle pratiche avrebbe ad oggi ricevuto risposta. Le sigle sindacali temono che dando precedenza a questi docenti si finisca per scavalcare gli abilitati e specializzati in Italia, anche alla luce di altre modifiche proposte come l’equiparazione dei punteggi tra corsi ordinari e concorsi abilitanti.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la richiesta di valorizzare maggiormente chi ha superato concorsi abilitanti in Italia e hanno espresso contrarietà ad altre ipotesi avanzate come la conferma dei supplenti di sostegno su richiesta delle famiglie. Rimangono dunque aperti diversi nodi da sciogliere nel confronto in corso tra Ministero e sindacati.
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