Roma, 4 dicembre – L’università e la ricerca pubblica italiana sono al centro di un acceso dibattito. Il deputato Antonio Caso, capogruppo del Movimento 5 Stelle (M5S) in Commissione Cultura, lancia un duro attacco contro le politiche del Governo, accusato di mettere in pericolo due pilastri fondamentali per il progresso del Paese.
Al cuore della polemica c’è il mancato adeguamento del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), necessario per sostenere le spese degli atenei. Secondo un documento sottoscritto da 122 società scientifiche e inviato alla Commissione Bilancio della Camera, mancherebbero almeno 250 milioni di euro per coprire gli incrementi salariali legati all’adeguamento ISTAT dei contratti dei docenti universitari.
Antonio Caso non usa mezzi termini: “Il Governo, con i suoi tagli, sta causando un buco finanziario di circa 800 milioni di euro. A questo si aggiunge una riforma del pre-ruolo disastrosa e una serie di favori concessi alle università telematiche, che penalizzano ulteriormente gli atenei pubblici tradizionali”.
La denuncia arriva in un momento cruciale, con il mondo accademico in difficoltà nel fronteggiare una crescente precarietà lavorativa e risorse sempre più scarse. Il deputato del M5S sottolinea l’urgenza di fermare quella che definisce una “politica dei tagli selvaggi”, evidenziando come questi settori siano strategici per lo sviluppo culturale ed economico dell’Italia.
Le criticità segnalate includono il rischio di blocco per molte attività accademiche e di ricerca, oltre a un’ulteriore fuga di cervelli verso Paesi con politiche universitarie più favorevoli.
Caso concludere con un appello: “Non possiamo permetterci un simile errore strategico. Continueremo a batterci per garantire il futuro dell’università e della ricerca pubblica, settori fondamentali per il progresso del nostro Paese”.
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