Il liceo del Made in Italy affossa il il Liceo Scienze Umane, ma nessuno lo dice

Il recente varo del nuovo indirizzo scolastico “Liceo del Made in Italy” da parte del Ministero dell’Istruzione ha sollevato non poche perplessità tra gli esperti di didattica.

Secondo molti osservatori, il nuovo piano di studi sembrerebbe porre troppo poco risalto alle discipline umanistiche e sociali, come storia, geografia, sociologia ed economia.

Ad esempio, storia dell’arte è prevista con solo 1 ora settimanale, contro le 3 ore canoniche negli altri indirizzi liceali. Anche geografia risulta accorpata a storia, riducendone di fatto il monte ore.

Inoltre, alcuni si chiedono che ruolo potranno avere materie come sociologia e metodologia della ricerca sociale, fondamentali per comprendere i meccanismi socio-economici del Made in Italy.

Liceo del Made in Italy, ha prevalso la politica?

C’è chi vede in queste scelte una prevalenza della politica sulla didattica. Il Liceo del Made in Italy nasce infatti da una proposta del partito Fratelli d’Italia, che potrebbe aver influenzato eccessivamente la strutturazione del nuovo indirizzo.

Altri invece sostengono che si sarebbe dovuto trovare un compromesso con l’esistente Liceo Scienze Umane, evitando sovrapposizioni e saccheggi di ore da altre discipline già consolidate.

In definitiva, non è chiaro se l’obiettivo primario sia stato davvero quello di formare gli studenti sotto il profilo umanistico, artistico e sociale del Made in Italy, o prediligere mere ragioni di politica e propaganda. Un dilemma su cui la critica didattica è chiamata a pronunciarsi.

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