Tra le ipotesi al vaglio dell’esecutivo, anche la proposta del sottosegretario leghista Claudio Durigon di far confluire il 25% del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dei lavoratori nei fondi pensione complementari. Una misura simile era stata adottata nel 2006, ma con risultati modesti: solo un terzo dei lavoratori ha optato per questa soluzione. Ora il Governo cerca una strada più efficace per far decollare la previdenza integrativa.
L’obiettivo della probabile riforma è di dare nuovo slancio ai fondi pensione, troppo poco diffusi tra i giovani. Ma occorrerà trovare il giusto punto di equilibrio per non gravare eccessivamente sulle aziende più piccole.
In definitiva, il Governo vorrebbe rafforzare il secondo pilastro pensionistico senza stravolgimenti, partendo dalla lezione del passato, serve quindi maggiore trasparenza e coinvolgimento delle parti sociali. L’auspicio è che la nuova proposta, basata sul meccanismo del silenzio-assenso semestrale, possa finalmente decollare ed estendere i benefici della previdenza complementare.
I lavoratori tuttavia storcono il naso
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