Il governo Meloni non cambia la tendenza, l’Italia resta il fanalino di coda in fatto di crescita degli stipendi. E’ fallimento anche di questo governo che punta più al taglio del cuneo e non ai veri aumenti stipendiali?
Tra il 1991 e il 2022 i salari reali in Italia sono cresciuti solo dell’1%, contro il 32,5% registrato in media nei Paesi Ocse. È quanto emerge da un rapporto Inapp che analizza le possibili cause di questa disparità.
Uno dei fattori chiave sembra essere la bassa produttività del lavoro italiana, cresciuta più lentamente delle retribuzioni. Nel frattempo, la quota di reddito assorbita dai salari sul Pil è diminuita, lasciando più spazio ai profitti.
Questa dinamica preoccupa gli esperti, che mettono in guardia sui rischi a lungo termine di un “modello di crescita profit-led”. Meglio sarebbe un modello “wage-led”, basato sulla crescita della domanda interna.
L’inflazione fa calare i salari reali in Italia, unico paese dove accade. Per riequilibrare la distribuzione del reddito, suggerisce l’Inapp, potrebbe essere utile il salario minimo legale.
Altro fenomeno da monitorare è la carenza di manodopera, con sempre più imprese che faticano a trovare personale. Segno che le condizioni lavorative devono migliorare per attirare e trattenere i talenti.
Scuola, dove reperire le informazioni necessarie per poi lavorare a scuola
Segui i canali social di InformazioneScuola
InformazioneScuola grazie alla sua seria e puntuale informazione è stata selezionata dal servizio di Google News , per restare sempre aggiornati sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Iscriviti al gruppo Telegram: Contatta @informazionescuola
Iscriviti al gruppo whatsapp
Iscriviti alla nostra pagina Facebook
Seguiteci anche su Twitter
Seguici anche su Pinterest