Terminata la fase del cosiddetto romanzo storico nelle opere di Pirandello è evidente il distacco dai canoni del naturalismo ottocentesco di matrice positivista, che riconosceva il dato oggettivo come unica forma di conoscenza, e la presenza di un traguardo che lo scrittore si pone ovvero la dissacrazione della forma a favore della vita. In altre parole Pirandello vuole andare oltre la conoscenza oggettiva del reale perché si accorge che essa è impossibile poiché l’uomo del Novecento è immerso nella società di massa che gli rende difficile costruirsi un’unica identità da mostrare agli altri. La vita per Pirandello è un continuo affiorare alla nostra coscienza degli istinti vitali i quali ci rendono incapaci di essere sempre gli stessi visto che viviamo il fluire del tempo, istante per istante, in maniera sempre diversa.
Ciò comporta che noi cambiamo identità a seconda del luogo e del tempo in cui ci troviamo e un esempio di tale condizione ci è data dalla crisi di Mattia Pascal, protagonista del “Il fu Mattia Pascal”, romanzo che evidenzia la crisi di identità dell’uomo dell’inizio del Novecento. Mattia Pascal evade dalla realtà che lo circonda arrivando a cambiare identità e a diventare Adriano Meis poiché è indifferente al dogma della forma e tenta di inseguire la libertà della vita. Purtroppo alla fine del romanzo la tanto agognata libertà mette in evidenza il paradosso della società in cui il protagonista del romanzo è costretto a vivere ovvero l’alienazione che lo relega ad una condizione di emarginazione e di non vita, ma soprattutto di oblio della propria memoria.
La dimensione del ricordo viene vanificata perché Mattia Pascal non ha potuto adattarla alla vita in quanto esso gli appare sempre come proiezione interiore delle sue fobie, conseguenze queste dell’assenza di dialogo tra lui e gli altri. Ed ecco che allora Pirandello approda al concetto di umorismo ovvero di sentimento del contrario che lo rende capace di riflettere su vizi e storture della società in cui vive e di superare così il concetto univoco di identità poiché non esiste una configurazione unica della nostra persona; tutto dipende da come ci guardano gli altri e ciò è sempre diverso da come ci guardiamo noi dal di dentro.
Le pubblicazioni di Biagio Lauritano
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