Il caso di un dipendente della Città Metropolitana di Cagliari che attestava falsamente la sua presenza in servizio è emblematico per tutti i lavoratori pubblici. La Corte dei Conti per la Sardegna, nella Sentenza n. 145/2024, ha stabilito che il suo comportamento configura un danno erariale, nonostante abbia tentato di compensare le ore di assenza con gli straordinari.
Secondo i giudici, l’allontanamento dal luogo di lavoro è giustificato solo da esigenze autorizzate o regolamentate dalla contrattazione collettiva. Il dipendente in questione, invece, si assentava arbitrariamente durante l’orario di lavoro, senza alcuna giustificazione. La Corte ha ritenuto la sua condotta “irregolare ed eticamente riprovevole”, dimostrando piena consapevolezza dell’illiceità del comportamento, caratterizzato da dolo.
La disciplina sull’orario di lavoro nei pubblici uffici è chiara: l’osservanza dell’orario costituisce un obbligo del dipendente, documentato e accertato mediante controlli automatici. Eventuali assenze non giustificate comportano la riduzione proporzionale della retribuzione e l’attivazione di procedimenti disciplinari.
Inoltre, il D.Lgs. 165/2001 prevede sanzioni disciplinari e penali per chi attesta falsamente la propria presenza in servizio, obbligando il dipendente a risarcire il danno patrimoniale e all’immagine subiti dall’amministrazione.
In conclusione, questo caso dimostra che il dipendente pubblico non può rimediare alle sue assenze ingiustificate compensandole con gli straordinari. Il danno erariale è accertato, a prescindere dalle eventuali ore in eccesso svolte. Un monito per tutti coloro che pensano di poter aggirare le regole sull’orario di lavoro.
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