Il Decreto Coesione diventa legge: confermate le risorse per scuole e territori, ma manterranno le criticità per il personale ATA

Il Decreto Coesione è stato convertito in legge: vengono confermati importanti stanziamenti per l’edilizia scolastica e l’istruzione nei territori più svantaggiati, ma restano problematiche per la gestione del personale ATA.

Cosa prevede la nuova legge

La legge 95/2024 di conversione del Decreto Coesione destina 450 milioni alle regioni del Mezzogiorno per potenziare le infrastrutture sportive nelle scuole (200 milioni), promuovendo l’istruzione tecnica e professionale con laboratori innovativi (50 milioni) e dotando di arredo didattico innovativo gli asili nido e le scuole dell’infanzia (100 milioni).

Viene inoltre prorogata la possibilità di stipulare contratti di supplenza per il personale ATA assunto nell’ambito dei progetti PNRR e Agenda Sud, sino al 15 giugno. Un altro elemento positivo è il riconoscimento ai fini graduatorie del servizio svolto dal 16 aprile al momento dell’assunzione.

Criticità sul personale ATA

Permangono però criticità riguardo la gestione del personale ATA. Non sono stati accolti dallo Stato i requisiti sindacali per stabilizzare i lavoratori precari assunti con contratti Covid, che ora rischiano di perdere il lavoro.

Inoltre, la modifica dei termini per la comunicazione al MEF dei dati finanziari relativi ai contratti PNRR rischia di creare disagi nella corrispondenza degli stipendi.

Un’occasione mancata per la FLC Cgil

Sebbene vengano confermate risorse importanti per l’edilizia scolastica e il sostegno alle aree svantaggiate, la legge di conversione potrebbe rappresentare un’occasione per dare maggiore tutela al personale ATA. Gli emendamenti sindacali avrebbero potuto superare criticità ancora irrisolte, che potrebbero riflettersi negativamente sul regolare svolgimento delle attività scolastiche.

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