SBC da tempo è in lotta contro il vincolo triennale dei docenti neoimmessi in ruolo, proviamo a capire perché tale vincolo è sbagliato secondo il prof. Libero Tassella.
Sbagliato? Nasce da una rigida prassi ministeriale di gestione del personale docente, astratta, centralistica, direi napoleonica che rasenta la commedia dell’assurdo.
Cosa c’è di normale mi chiedo nel bloccare un docente prima per 5 poi, riconoscendo il madornale errore, per tre anni nella sede di immissione in ruolo, costringendolo ad un pendolarismo estenuante che a lungo andare lo fiacca nel fisico e nella psiche, che gli impedisce di occuparsi come dovrebbe della sua famiglia e che riduce di molto il suo stipendio anche del 30% per le spese di viaggio?
Inoltre, è di questo non hanno tenuto conto i ministeriali che hanno imposto i vincoli ai ministri pro tempore, questi docenti hanno un rendimento più opacizzato da tanta fatica quotidiana negli spostamenti, con riflessi negativi sulla stessa prestazione lavorativa.
Quindi oltre agli insegnanti ad essere danneggiati sono gli alunni.
Inoltre questo vincolo è anche ingiusto e discriminante, perché differenzia i neo immessi in ruolo da tutti gli altri docenti immessi in ruolo ante 20/21 e che ogni anno possono cambiare la sede di servizio, utilizzando i vari istituti della mobilità definitiva e annuale.
Per questo SBC è impegnata con continuità da mesi ormai contro i vincoli nella mobilità, fin dalla pubblicazione in G.U della legge 159/2019, in una lotta a fianco dei singoli o dei gruppi di vincolati che di volta in volta si sono formati.
In questi ultimi mesi sulla vicenda abbiamo cercato, nei limiti di un gruppo Facebook, di sensibilizzare i politici e i sindacalisti, cercando di individuare e caratterizzare la vertenza nei suoi aspetti peculiari, differenziandola da quella dei docenti immobilizzati e individuando proposte e strategie.
L’introduzione del vincolo è stato giustificato con la continuità didattica, quanto c’è di vero?
Per l’a s. 21/22 47. 230 docenti hanno ottenuto il trasferimento o il passaggio di cattedra o di ruolo provinciale e interprovinciale e hanno cambiato scuola e classi.
Se si volesse veramente garantire la continuità, allora per tre anni i docenti della scuola dell’ infanzia, per 5 i docenti della scuola primaria, per tre i docenti della scuola secondaria di primo grado e per 5 i docenti della scuola secondaria di secondo grado non dovrebbero essere trasferiti.
Quindi ogni anno non dovrebbero essere consentiti: i trasferimenti, i passaggi, le utilizzazioni, le assegnazioni provvisorie, la trasformazione dei contratti a tempo determinato per accettare supplenze per altro ruolo o altra classe di concorso.
Se si volesse garantire la continuità allora non si dovrebbe neppure consentire al docente titolare su posto curriculare di lasciare le classi ed chiedere l’utilizzazione sul sostegno anche se sfornito di titolo nelle assegnazioni provvisorie interprovinciali.
E che dire poi dei docenti che lasciano le classi per ricoprire incarichi gestionali e organizzativi utilizzando ore di potenziamento. Per non parlare dei 150.000 supplenti annuali che in tutte le province italiane ed in particolare al Nord su posto comune e di sostegno ogni anno non solo cambiano classi e alunni disabili ma anche le scuole di servizio .
Di cosa parliamo? La continuità per giustificare l’assurdità del vincolo non regge affatto, lasciamo questa giustificazione per la verità molto debole ai ministeriali, al Ministro prof Patrizio Bianchi e alla ex Ministra Azzolina.
Molti docenti del Sud non soggetti a vincolo da anni fanno domanda di trasferimento senza che questa venga soddisfatta a causa degli organici saturi, la sua abolizione non potrebbe essere un palliativo?
No. L’abolizione del vincolo, peraltro ad invarianza di spesa, attraverso un provvedimento legislativo (legge di bilancio 2022, legge milleprproghe, un Decreto Legge ad hoc) riguarda i docenti neo immessi in ruolo che al 95% già si trovano, dal momento in cui hanno stabilizzato il rapporto di lavoro, o nella loro provincia o nella loro regione e in questi territori sono vincolati, aspirando a un trasferimento nella provincia o tra province della loro regione o all’utilizzazione provinciale e all’assegnazione provinciale e interprovinciale.
Questa realtà vene fuori da un recente sondaggio che io stesso ho suggerito a Tecnica della Scuola.
I docenti che invece da anni non riescono a trasferirsi dal Nord al Sud, ricordo che i trasferimenti interprovinciali sono disposti su aliquota ( 25%) sono per lo più docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria ma anche di alcune classi di concorso in perenne sofferenza di organico al Sud.
Essi scontano gli atavici problemi in cui si dibattono le scuole dei territori di origine da cui si sono allontanati per stabilizzare prima il loro rapporto di lavoro.
Un tempo scuola ridotto rispetto al Nord, organici saturi, blocco del turn over determinato dalla Legge Fornero.
Solo un aumento del tempo scuola, la riduzione del numero degli alunni nelle classi e nelle sezioni di scuola dell’infanzia e la trasformazione almeno di quota parte dell’ organico di fatto di sostegno in organico di diritto, potrebbe permettere il trasferimento tanto atteso di questi docenti dal Nord al Sud.
Ma niente di tutto questo è al momento presente nella legge di Bilancio 2022.
Intanto questi docenti si trovano ogni anno nel mese di Luglio/Agosto a sperare in un’assegnazione provvisoria interprovinciale anche su sostegno che può essere ottenuta quanto non esserlo, sconvolgendo assetti familiari e condizioni personali a partire dal primo settembre.
Quali azioni intende intraprendere in futuro SBC per l’eliminazione del vincolo triennale?
Ho già detto che come SBC ci siamo impegnati nella vertenza dei vincolati da molti mesi. Da settembre di quest’anno abbiamo preparato e diffuso una piattaforma di richieste sul vincolo che nei prossimi giorni riproporremo in vista dell’apertura martedì 16 novembre del Contratto triennale integrativo sulla mobilità 2022/25. Inoltre da settembre in modo più continuativo ho preso contatto con il CNDV ( Comitato Nazionale Dicenti Vincolati) che in questo momento mi sembra il gruppo più attivo soprattutto perché finalmente ha intrapreso la strada delle manifestazioni, da noi sempre auspicata e che riescono a portare all’attenzione delle istituzioni , ad esempio delle Regioni, dei politici e dei partiti il problema del vincolo nei trasferimenti dei neoimmessi in ruolo.
Ad oggi però molti impegni, molte parole ma pochissimi fatti, tant’è che il contratto si apre il 16 ad inveranza normativa.
Noi come ho detto crediamo che i vincoli assurdi quanto ingiusti vadano cancellati nei trasferimenti con provvedimento di legge già per la mobilità 22/23.
Vogliamo in ogni caso nel CCNI, nel caso non si potessero eliminare i vincoli per quest’anno, almeno più deroghe e in ogni caso auspichiamo l’utilizzazione provinciale e l’assegnazione provvisoria provinciale e interprovinciale.
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