Oggi con i social si potrebbe fare molto, per l’informazione e la mobilitazione degli insegnanti,
La mobilitazione per lo sciopero del 30 maggio ha visto i gruppi Facebook della scuola divisi e incapaci di creare un fattivo coordinamento per coloro che volevano protestare, anzi sono stati monopolizzati dai professionisti del non sciopero.
Si potrebbe fare con i social molto di più di quanto in realtà si fa o meglio non si fa, se questi non fossero asserviti a logiche “acchiappa iscritti” e a contenitori di lamenti e di interventi qualunquisti, spesso inconcludenti che servono forse a gratificare chi li scrive ma non sono di nessuna utilità comune.
Spesso alcuni scrivono dei piccoli saggi che nessuno legge fino alla fine , non rendendosi conto che la scrittura sui social ha le sue regole e la fondamentale è lo scrivere ” corto” e per sintesi.
Altro che social, dovremmo chiamarli individual.
Che dire poi di gruppi che non sono neppure amministrati, perché gli amministratori e i moderatori , avvocati. formatori, sindacalisti hanno interesse a propagandare solo le loro attività e si servono del gruppo per avere visibilità e procacciare eventuali clienti o iscritti.
Il mondo della scuola che si autorappresenta su Facebook è a immagine e somiglianza di quella reale, anzi peggio, tanto individualismo, un percepire la realtà come un dato di fatto immodificabile, molti lamenti, tanto scetticismo, una buona dose di italica dietrologia, autoassoluzione e ribellismo parolaio che si consuma nelle righe di un post.
Libero Tassella SBC
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