Libero Tassella – É chiaro che il nostro punto di riferimento per i nostri stipendi dovrebbe essere la retribuzione dei colleghi delle altre nazioni europee, come viene ripetuto da decenni, come ha affermato una DS su questo gruppo rispondendo a un mio intervento , ma gli insegnanti non hanno potuto non mettere in relazione il loro recente contratto con quello dei DS e non aver notato che l’aumento é stato circa dieci volte più consistente, anche perché il pessimo contratto dei docenti in pratica era giunto qualche mese prima.
É chiaro che rispettiamo la vertenza dei DS che nel pubblico vengono considerati di serie B, ma vogliamo anche ribadire ai DS che nel pubblico gli insegnanti a parità di titolo di studio ( laurea) sono oggi i meno pagati e sono tra quelli svolgono un lavoro tra i più stressanti e a rischio di burnout.
La DS della nostra condizione retributiva dava colpa ai sindacati e io condivido, anche perché i sindacati si sono sempre dimostrati accondiscendenti, ma io la colpa la do principalmente ai governi che si sono succeduti, alle norme che definiscono che l’aumento contrattuale non possa essere superiore all’inflazione programmata, a chi ha perseguito nel tempo questa stagnazione salariale mentre gli impegni aumentavano e la professione, se possiamo ancora chiamarla così, diventava sempre più stressante, di pari passo il lavoro si femminilizzava in tutti i gradi dell’istruzione e questo giustificava ancor di più il contenimento dei salari, vista la discriminazione del lavoro femminile in questo Paese.
Ma alla DS voglio dire ancora qualcosa che giustamente é stato affermato da un sindacalista. A noi appare che i DS spesso delegano troppo ai collaboratori e allo staff un lavoro pagato con il Fis o con i premi introdotti nella 107. Insomma con i soldi dei docenti. Io credo che questo lavoro svolto dovrebbe essere pagato con soldi in capo al contratto dei Dirigenti. Tanto detto non per essere divisivi e mettere docenti contro dirigenti, ma per senso della realtà e della giustizia.