Gli stipendi italiani, al netto della propaganda politica, restano fanalino di coda dell’eurozona, la cosa grottesca è che lo certifica la stessa politica, quella politica che in tv poi racconta un’Italia diversa, ricca, senza problemi e in netto miglioramento rispetto al passato.
Gli stipendi italiani restano fanalino di coda
L’Ufficio parlamentare di bilancio lancia l’allarme: secondo gli ultimi report degli esperti, gli stipendi dei lavoratori italiani stanno aumentando solo in termini nominali, non riuscendo a compensare il costo della vita galoppante. Ne consegue che il nostro potere d’acquisto andrà progressivamente riducendosi.
Vediamo più nel dettaglio i dati emersi dalle analisi:
- Negli ultimi 10 anni gli stipendi sono cresciuti in valore assoluto, ma l’inflazione è stata sistematicamente più alta, erodendo di fatto il potere d’acquisto dei cittadini;
- Rispetto alla media dell’Eurozona, i redditi pro capite italiani si sono ridotti progressivamente nel tempo;
- Gli ingenti aiuti di Stato anti-crisi, se da un lato hanno sostenuto l’economia, dall’altro gravano enormemente sul debito pubblico, costringendo a probabili misure correttive;
Risulta difficile quantificare l’impatto preciso degli interventi sulle tasche degli italiani, ma i dati UE confermano il depauperamento del nostro potere d’acquisto.
In sintesi, il governo dovrà trovare soluzioni urgenti per riequilibrare la situazione, scongiurando una perdita di benessere sempre più marcata per i cittadini. Occorrono politiche salariali e fiscali incisive.
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