HomeComunicato StampaGli insegnanti sono rassegnati, non si difendono più

Gli insegnanti sono rassegnati, non si difendono più

La stupidità nostra sta nella rassegnazione e nel subire tutto, opponendo solo lamenti su lamenti. Poi nel non vedere i problemi se non sono ad un millimetro da noi e solo e soltanto se ci riguardano personalmente.
Gli insegnanti sono sempre pronti alla rivoluzione, ma solo se la fanno gli altri , poi abbassano la testa e scelgono il lamento e la rassegnazione, sul loro ponte sventola una perenne bandiera bianca.
Questo ogni governo lo sa, sa delle nostre divisioni così divide e governa da sempre, imponendoci di tutto. Guardate la 107 del 2015, è una legge contro gli insegnanti, ma gli insegnanti potevano neutralizzarla nelle scuole, non l’hanno fatto , correndo dietro incarichi su incarichi salvo poi lamentarsi ex post di essere retribuiti in modo insoddisfacente, il piano di immissioni in ruolo su posti farlocchi poteva essere neutralizzato, ma i precari gae non l’hanno fatto, salvo lamentarsi ex post di essere stati trasferiti lontano una volta in ruolo, avendo creduto in improbabili sanatorie.
Siamo pronti a rivendicare diritti anche se questi calpestano i diritti di altri insegnanti e ancora non conosciamo tra noi due parole vincenti : la solidarietà e l’unità, siamo sempre gli uni contro gli altri e sempre divisi tra noi, disponibili a spaccare a parole tutto se la cosa ci tocca, ma indifferenti ai problemi altrui.
I “contrastivi” sono una minotanza, ma invece di seguirli e creare aggregazione e mobilitazione li isoliamo come rompiscatole , perché sono quelli che fanno perdere tempo nei Collegi dei docenti. Mi dispiace dirlo, proprio io che ho speso anni a difendere la categoria, a volte difendendo l’indifendibile, ma se non cresce tra di noi la coscienza etico-politica di categoria, saremo vittime in primis di noi stessi, possono dimettersi ministri, avere ministri insegnanti, ma il riscatto della nostra professionalità in termini lavorativi ed economici non arriverà da Ministri o Governi oppure dai sindacati, ma da noi stessi.

Libero Tassella ( S.B.C.).

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