Continua a far discutere l’inserimento in seconda fascia per ricorso degli ITP
La questione dell’inserimento degli ITP in seconda fascia tramite ricorso continua a far discutere. Questa volta a lamentarsi con un lettera indirizzata ad alcuni portali sono un gruppo di docenti dell aprovincia di torito. I professori con una lettera evidenziano come il lavoro del docente di sostegno sia particolarmente delicato e necessita di personale esperto e qualificato. Secondo questi docenti, l’insegnante è dunque un artgiano e deve avere talento, competenza ed inventiva, cosa a che a loro parere non avrebbero i giovani ITP che hanno fatto ricorso per essere inseriti in seconda fascia. I docenti firmatari della lettera sono tutti in servizio allo Zerboni di Torino e scrivono: “ci sentiamo profondamente indignati dalla possibilità data dall’USP di Torino ad alcuni ITP (insegnanti tecnico pratici) presenti in seconda fascia di istituto, a seguito di un discutibile ricorso, di scegliere incarichi come insegnanti di sostegno”.
ITP in seconda fascia con ricorso, ma hanno le competenze per entrare in classe?
Secondo i docenti firmatari della lettera, in servizio allo Zerboni di Torino, i “giovani (molti di loro neo-diplomati) non solo privi del titolo di specializzazione sul sostegno, ma anche di una semplice formazione universitaria, che non hanno mai sentito parlare di didattica e pedagogia speciale, di percorsi di apprendimento personalizzati, di programmazioni individualizzate. Fa “paura”pensare che persone , non per loro colpa, prive di competenze adeguate e senza la corretta preparazione possano rivestire un ruolo così delicato e impegnativo. Senza contare che, nelle “scuole di frontiera” come la nostra l’età degli allievi supera spesso quella dei docenti di sostegno neo-nominati. A ciò si aggiunge che questi “colleghi” col semplice diploma hanno scavalcato centinaia di persone presenti nelle graduatorie di terza fascia che possono almeno vantare una preparazione universitaria. In questo modo si sottovaluta il bisogno educativo speciale dell’allievo disabile. Ne va del rispetto per la professione insegnante, ne va della qualità dell’integrazione scolastica, ne va della reputazione della scuola come agenzia formativa per eccellenza. Il nostro ruolo ci impone di fare tutto il possibile affinché l’allievo disabile possa sviluppare al meglio tutte le sue potenzialità in una comunità scolastica capace di accogliere e valorizzare le differenze. La nostra è una battaglia per fare in modo che i nostri ragazzi vengano davvero considerati un “prodotto di qualità” e non degli “scarti”.”
Probabilmente i docenti dello Zerboni non sanno che fra questi giovani ricorsisti vi sono molti ITP che hanno abbondantemente superato i 40 anni e fra loro vi sono anche persone con anni ed anni di servizio da precario alle spalle, ma è vero anche che per fare il docente di sostegno occorre anche molta preparazione e predisposizione e talvolta nemmeno i docenti navigati e laureati purtroppo possiedono.