Il gioco dell’insegnante è una sorta di gioco dell’oca che in questi giorni ha fato capolino sui social – network. Si tratta di un percorso irto di ostacoli e lungo. Il via ha come primo step la brillante idea di fare l’insegnante, di scegliere questa professione, ormai bistrattata, mal pagata e spesso mortificata.
Il gioco dell’insegnante, le difficoltà
Subito dopo il via vi è il primo stop che ti costrige a stare fermo per un giro, ovvero il TFA utile per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, ma non è finita qui, subito dopo arriva un altro stop, ma questa volta resti fermo ben due giri, la causa è il concorso. Lo step successivo addirittura è peggio perchè ti costringe a tornare indietro di due caselle per via dell’anno di prova. Se per puro caso hai pure la sfortuna di imbatterti in un preside sceriffo allora i guai si fanno seri, poichè sei costretto a tornare dal via. Il gioco contempla anche le supplenze, quelle brevi e quelle annuali, le gite scolastiche, il registro elettronico, lo stipendio esiguo, le scuole fatiscenti che crollano, il collegio dei docenti che ti blocca per ben due giri, i consigli di classe, il ricevimento, i genitori, gli studenti, la chiamata diretta, i bonus, la salute fisica e psichica, il burnout eccetera. Se sopravvivi a tutti questi ostacoli allora arrivi alla pensione ammesso e concesso che il limite non venga spostato in avanti per false aspettative di vita.