La scuola, i docenti e il personale che vi lavora non ha più armi a disposizione per poter essere severa. La formazione viene affidata completamente al singolo docente che entra in classe. Dipende da lui, dal suo carattere, dal suo carisma e perché no, anche dallo stato d’animo con il quale affronta la giornata, trasmettere nozioni ed educare. L’autorevolezza deve essere in parte innata perché non sempre questa la “impari” insegnando. Chi non ce l’ha, amen. Se a tutto ciò sommiamo le varie riforme che hanno segnato la scuola nel profondo e che hanno spuntato le poche armi a disposizione dei docenti (vedi voto in condotta, bocciature ecc.) ci rendiamo conto delle difficoltà che incontrano i docenti/educatori nello svolgere le loro mansioni.
La scuola deve essere più severa con gli studenti
Oggi da più part si invoca autorevolezza e rigore, sul Giornale Renato Mannheimer evidenzia che la scuola e la formazione costituiscono uno degli asset centrali per lo sviluppo di di una comunità e per la crescita economica di una Nazione, del resto i giovani costituisco il principale bene rifugio per uno stato. Se questi sono bene istruiti e ben formati è ovvio che le loro conoscenze e competenze poi saranno messe a disposizione di tutti. Generazioni di cittadini poco formati e poco istruiti più che aiutare a crescere una Nazione l’affossano poiché hanno bisogno di essere assistiti.
Ci fa piacere che ciò che sosteniamo da anni oggi trova spazio sulle pagine del Giornale e ci ancora più piacere – se ci è consesso – che a scrivere sia proprio Renato Mannheimer – esperto nell’analizzare le tendenze di un popolo e i cambiamenti della Società che ha voluto analizzare gli esiti di un sondaggio condotto al riguardo dall’Istituto Eumetra Monterosa di Milano (per conto del «Gruppo di Firenze».