Tagli lineari senza criterio, altro che revisione della spesa: sacrifici per i più deboli e nessuna qualificazione della spesa pubblica. Le nostre schede di approfondimento per saperne di più.
Nomi nuovi, ma pratiche vecchissime. La scuola, l’università e la ricerca e i suoi lavoratori pagano un prezzo salatissimo. Ha idea il Governo di come andrà avanti il diritto allo studio in Italia?
Dal Decreto Legge 95 del 6 luglio 2012 nessuna qualificazione della spesa pubblica solo la tragica continuazione dei tagli lineari che hanno messo in ginocchio la struttura formativa del nostro Paese.
Scarica le nostre schede di approfondimento su scuola, università e ricerca.
La scuola viene ancora una volta presa di mira: le vengono sottratti 360 milioni di euro e 15.000 posti di lavoro solo per fare cassa. La spending review del sistema di istruzione non interviene sugli sprechi e sui costi di funzionamento.
Le misure del decreto colpiscono i docenti inidonei all’insegnamento per motivi di salute e quelli che per effetto della riduzione degli orari scolastici sono andati in soprannumero. Il loro utilizzo, deciso unilateralmente e senza alcun confronto in sede contrattuale, avverrà in ambito provinciale e produrrà la loro utilizzazioni in compiti impropri (ad esempio nei difficili ruoli amministrativi per i quali sono richieste competenze specifiche), la cancellazione delle supplenze annuali del personale amministrativo e dei collaboratori scolastici e la riduzione di molte supplenze nell’ambito della docenza.
È l’intervento brutale di chi non conosce la macchina scolastica e quindi ne inceppa irresponsabilmente il funzionamento.
Indegna la parte della manovra sulla ricerca e l’università. Tagli insostenibili a tutti gli enti pubblici di ricerca e liberalizzazione di fatto delle tasse universitarie. Blocco delle assunzioni di fatto reiteriato anche per i prossimi anni. Il segno è chiaro: lo Stato si ritira da questi settori, in compenso ci lasciano l’ANVUR…
Il Governo dei tecnici completa l’opera iniziata da Berlusconi.
Il Ministro Profumo, che si fa autorevole sostenitore dell’autonomia scolastica e dei processi di qualità nell’università e nella ricerca non ha niente da dire su questo sciagurato intervento?
Risponderemo a questi provvedimenti iniqui e inefficaci. Ma non nascondiamo la nostra delusione, dato che vengono varati, nonostante le loro conseguenze sul lavoro, senza alcun confronto con il sindacato e in palese violazione degli impegni assunti dal Governo solo un mese fa con l’intesa sul lavoro pubblico.