Entro il 2027, le crescenti sfide legate all’ecologia sostenibile e all’intelligenza artificiale richiederanno nuove professionalità e competenze in Italia e nel mondo. Secondo un articolo de La Repubblica, un’occupazione su cinque in Italia sarà influenzata da questa trasformazione, mentre a livello internazionale sarà una su quattro.
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Nuove opportunità per specialisti in big data, ingegneri ambientali e formatori
Il report “The Future of Jobs” del World Economic Forum (Wef) prevede un aumento della domanda di specialisti in big data, ingegneri ambientali e formatori. Al contrario, professioni come contabili, segretari e impiegati bancari subiranno una drastica riduzione.
Il saldo tra creazione e distruzione tecnologica potrebbe essere positivo
Le 803 aziende globali intervistate per il rapporto ritengono che il bilancio complessivo di questa evoluzione economica e tecnologica potrebbe essere positivo, a patto che i Paesi e le imprese adottino politiche e strumenti per formare e riqualificare i lavoratori.
Una trasformazione radicale del mondo del lavoro
Le aziende intervistate prevedono una trasformazione radicale, con il 23% dei posti di lavoro destinati a mutare. Su 673 milioni di impieghi totali riconducibili ai settori e alle aree geografiche del campione, 69 milioni verranno creati e 83 milioni eliminati. Un saldo negativo di 14 milioni (circa il 2%), imputabile soprattutto al rallentamento dell’economia globale.
L’importanza dell’istruzione, della formazione e della riqualificazione
L’istruzione, la formazione e la riqualificazione rappresentano gli elementi chiave per affrontare questa trasformazione. Le aziende stimano che sei lavoratori su dieci necessiteranno di formazione nei prossimi cinque anni, e in media ciascun lavoratore dovrà aggiornare quasi metà delle proprie competenze. Tuttavia, attualmente solo metà degli occupati ha accesso a strumenti per riqualificarsi.
L’Italia di fronte a una sfida significativa
L’Italia dovrà affrontare ostacoli significativi per rispondere a questa trasformazione, soprattutto in termini di istruzione, formazione e riqualificazione. Le imprese italiane ritengono che l’impatto della transizione ecologica e della digitalizzazione sulla generazione di posti di lavoro potrebbe essere addirittura superiore alla media.
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Oltre al noto ritardo nel numero di laureati in discipline scientifiche, emerge una scarsa attenzione delle imprese alle competenze tecniche e un minore interesse alla formazione come strumento per reclutare e trattenere i dipendenti.
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