Nonostante i progressi nell’istruzione, le donne italiane continuano a scontrarsi con un mercato del lavoro che penalizza il loro talento. Secondo il Rendiconto di Genere presentato dall’INPS, il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il 52,5%, ma rimane inferiore di quasi 18 punti percentuali rispetto a quello maschile.
A pesare sono contratti meno stabili, stipendi più bassi e opportunità di carriera limitate. Solo il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre le lavoratrici a tempo parziale rappresentano il 64,4% del totale. Il divario retributivo supera il 20%, arrivando al 32,1% in settori come finanza e assicurazioni.
Questa disparità si riflette anche sulle pensioni: le donne ricevono in media il 44% in meno rispetto agli uomini. Le cause? Un sistema sociale che le costringe a farsi carico della maggior parte del lavoro di cura, aggravato dalla carenza di servizi adeguati, soprattutto al Sud.
Il quadro è chiaro: studiare non basta. Serve un cambiamento strutturale per garantire alle donne pari opportunità e valorizzare pienamente il loro potenziale nel mondo del lavoro.
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