La pubblicazione del nuovo concorso PNRR 2 nel dicembre scorso ha scatenato un’ondata di indignazione tra i docenti precari e gli idonei del Comitato Precari Uniti per la Scuola. A essere contestati sono i continui cambiamenti normativi nel reclutamento scolastico, che di fatto relegano migliaia di insegnanti in una condizione di precarietà cronica.
Mentre i precari storici si sentono intrappolati in un sistema che sembra ignorare i loro anni di esperienza, gli idonei dei concorsi già svolti denunciano l’ingiustizia di dover affrontare ulteriori prove nonostante abbiano già dimostrato la loro idoneità. Le graduatorie del concorso PNRR 1 hanno visto una riserva del 15% dei posti a favore dei giovani che hanno svolto il Servizio Civile Universale, una scelta che ha penalizzato i precari più esperti, anche con punteggi più alti.
Promesse disattese e ambiguità del Governo
Le ambigue dichiarazioni del Governo non hanno fatto altro che alimentare il malcontento. La richiesta degli idonei di rendere a esaurimento le graduatorie esistenti è rimasta senza risposte chiare. Eppure, l’Europa non richiede autorizzazioni per stabilizzare i precari: i temi di formazione e reclutamento sono di esclusiva competenza nazionale.
Il Comitato ricorda le promesse fatte da esponenti dell’attuale maggioranza, come Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che in passato si erano schierati a favore della stabilizzazione. Tuttavia, a oggi, queste promesse si sono rivelate vane. La mancata attenzione ai docenti precari è stata definita un “affronto” alle competenze e al ruolo fondamentale svolto da questa categoria nel sistema educativo.
Le richieste dei sindacati e le proposte del Comitato
Le principali organizzazioni sindacali (FLC CGIL, UIL SCUOLA, SNALS e ANIEF) si sono unite nel denunciare l’inefficacia dei concorsi previsti dal PNRR per risolvere il problema del precariato. Il Comitato Precari Uniti per la Scuola propone l’introduzione di un doppio canale di reclutamento: il 50% dei posti riservato alle graduatorie degli idonei e l’altro 50% alle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze).
Questa soluzione è ritenuta l’unica via per affrontare un’emergenza che coinvolge l’intero comparto scolastico. Inoltre, il Comitato chiede di evitare ulteriori concorsi, giudicati inutili e dispendiosi, destinando invece le risorse del PNRR a stabilizzare i precari storici e gli idonei dei concorsi già svolti.
Un appello al Governo per un incontro
Il Comitato lancia un appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per un incontro urgente. La stabilizzazione dei precari non è solo un atto di giustizia verso chi ha dedicato anni all’insegnamento, ma anche una necessità per garantire la continuità educativa e rispondere alle esigenze del sistema scolastico italiano.
La protesta dei precari della scuola non è solo una richiesta di diritti, ma un grido d’allarme per un futuro educativo più stabile ed equo. Sarà questo il momento in cui il Governo darà ascolto a chi ogni giorno sostiene la scuola italiana?
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