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Docenti di sostegno, un insegnante racconta la sua esperienza

Riceviamo e pubblichiamo

Il nostro obiettivo è far partire al più presto INDIRE e lo chiediamo anche attraverso il racconto dei docenti a cui è destinato. Vogliamo far capire con cortesia che non è corretto contestare un percorso pensato per chi ha già dato tanto per la scuola. Abbiamo ricevuto una testimonianza molto intensa. Si tratta di una lunga lettera scritta a cuore aperto da una docente di Sostegno, che è anche a dir poco una persona meravigliosa… un’anima bella. Madre di tre ragazzi bellissimi, di cui uno con autismo…
Ne riportiamo alcuni passaggi: <<…Ho svolto la professione di Educatrice Professionale nell’ambito della Psichiatria Adulti ed Adolescenti ed è stata una vita difficile, complessa da gestire, ma estremamente importante ed arricchente. Amo profondamente questo lavoro e lasciarlo è stato difficile e mi manca da morire, ma è stato proprio per averlo svolto che mi sono avvicinata al mondo della scuola e ne ho scoperto le complessità e le difficoltà, ma anche le soddisfazioni, l’impegno ed il sacrificio che c’è dietro all’operato di ogni docente, che non si esaurisce nelle ore frontali della lezione. Ma facciamo un passo indietro, nello svolgere il lavoro di educatrice nella Comunità per Adolescenti la parte che restava più difficile da organizzare e da far vivere ai ragazzi era il reinserimento a scuola ed i rapporti da tenere con quest’ultima. Se il lavoro dà dignità all’adulto e gli conferisce non solo uno stipendio ed un senso di autostima ed efficacia, la scuola è altrettanto importante per il bambino, l’adolescente. Essere “bravi” a scuola e ben inseriti è importantissimo, la scuola dà o dovrebbe riuscire a dare a tutti competenze in chiave di cittadinanza, autoefficacia, portare a conseguire le competenze per svolgere un lavoro che ci piace, ci gratifichi e che ovviamente ci conceda di avere uno stipendio…. Insomma i nostri ragazzi avevano tutti più o meno bisogno di ritrovare il senso e l’importanza di andare a scuola per creare se stessi, darsi nuove opportunità, nuovi orizzonti… ma non è facile quando hai vissuti di grande abbandono e sofferenza, emarginazione riuscire a frequentare la scuola e fare un percorso di riabilitazione, anche perché il non andare a scuola per lunghi periodi o l’andarci e non avere gli strumenti, perché la nostra testa è concentrata su altro, è davvero complicato. Mi rendo conto che le mie espressioni minimizzano molto le situazioni in cui mi sono imbattuta e che ho fronteggiato insieme ai miei ragazzi… Presa coscienza di ciò e che spesso i ragazzi presentavano DSA oltre alla situazione psicopatologica di partenza, mi sono formata in questo senso ed ho seguito un corso per Tutor Dsa, dopo essermi Laureata In Pedagogia Clinica e Dirigenza Scolastica>>
La docente è stata a contatto con realtà molto complicate e non si è tirata indietro. È andata avanti. Continua: <>
Il mondo della scuola inizia ad affacciarsi nella vita della docente, che continua: <<Purtroppo, però la situazione di E. si è aggravata o meglio ha fatto il suo arrivo la preadolescenza e gli squilibri ormonali, che aggiunti alla complessità e gravità del suo autismo, mi hanno portata a riveder i miei piani ed a rivedere il mio futuro, perché il percorso del TFA nelle Università a me più vicine è molto oneroso, soprattutto in termini di tempo: la scuola al mattino… i viaggi…le lezioni, la gestione familiare e ovviamente i tempi di studio sarebbero per me improponibili… anche in termini di denaro e tempo>>. La docente è chiaramente piena di difficoltà e non può permettersi di frequentare il TFA anche volendo. Finalmente però <> La lettera va avanti. È avvincente, intensa… Voglio concludere con un suo passaggio che coglie altri elementi di vantaggio inerenti il percorso INDIRE. <>.
Anna da Modena,
Una docente del Gruppo docenti di sostegno uniti per INDIRE

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