HomeScuolaMinistero dell'IstruzioneDocente tutor? Vogliono farlo tutti, dirigenti scolastici sommersi dalle domande

Docente tutor? Vogliono farlo tutti, dirigenti scolastici sommersi dalle domande

Tutti vogliono fare il docente tutor, ma le risorse non bastano

In un primo momento la figura del docente tutor sembrava non attrarre i docenti, invece quando le scuola hanno aperto la possibilità di presentare la propria candidatura i dirigenti scolastici sono stati letteralmente sommersi dalle domande. A fare la differenza sono stati gli incentivi (maggior punteggio e stipendio un po’ più alto).

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Docente tutor, è la nuova sfida per la scuola?

La scuola italiana sta affrontando il tema del merito e delle pari opportunità per tutti gli studenti, come previsto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Questa idea di cambiamento si basa sull’istituzione di due nuove figure professionali: il docente tutor e il docente orientatore, ai quali sarà riconosciuto un punteggio aggiuntivo per la mobilità.

Il primo, il docente tutor, avrà il compito di personalizzare l’istruzione per gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado, mentre il secondo, il docente orientatore, favorirà le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita. Secondo

Il ruolo degli insegnanti come garanti di una reale parità di condizioni per tutti gli studenti è al centro della riflessione sulla scuola italiana.

L’istituzione di tali figure dovrebbe “facilitare” il percorso di studi degli studenti ed eliminare il gap che spesso si registra fra essi. Ci sono infatti ragazzi che hanno una strada molto più semplice rispetto ad altri, perché più seguiti dalle famiglie, perché vivono un contesto sociale “propositivo” o perché per la sola possibilità di dedicarsi meglio all’attività scolastica, sportiva o alla lettura. Altri invece no.

Le situazioni pregresse incidono oggi come e più che in passato, perché la comunicazione è più semplice e diffusa, anche attraverso i social, e il confronto con gli altri è più sollecitato. Inoltre, il voto rischia di creare due piani distinti, uno per i ragazzi bravi e meritevoli e un altro per quelli che fanno più fatica. In questo modo, si mette in contrappeso il merito con il demerito e non va bene. La valutazione serve, ma è necessario lavorare molto sugli errori.

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La scuola italiana sta cercando di trovare un equilibrio tra il merito e le pari opportunità per tutti gli studenti. Mentre la figura del docente tutor e del docente orientatore potrebbero aiutare a raggiungere questo obiettivo, la scuola ha ancora bisogno di un metro di valutazione che sia equo e che tenga conto delle diverse situazioni degli studenti. Almeno è quanto si propone il ministro dell’Istruzione Valditara.

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