Diciamolo, però, che una cosa è fare divulgazione, altro è entrare in un’aula a insegnare.
L’insegnante costruisce significati, mescola il suo fiato a quello degli alunni, li guarda negli occhi e ne sente la stanchezza, ne saggia l’entusiasmo, incontra i loro desideri e le loro paure, la rabbia dei fallimenti, la gioia dei successi, intreccia con le loro storie la propria e la bellezza dei contenuti che la conoscenza offre prende forma nei loro volti. E soprattutto l’insegnante è impopolare, qualche volta scomodo e non vive di like.
Il divulgatore, per quanto bravo, esaurisce il suo compito davanti a uno schermo, vive di una popolarità effimera e transitoria che oscilla con il variare dell’auditel.
Ma per costruire sogni servono gli insegnanti e il giorno che si estingueranno perché sono stati definitivamente sostituiti da avatar, proiezioni olografiche, androidi che si autoricaricano o figuri costruiti a tavolino che trasmettono da remoto montagne di nozioni in modo che tutti le scambino ingannevolmente per istruzione, spero di essere già passata a miglior vita portandomi dietro la Memoria sempre viva e operante di tutti gli insegnanti che hanno attraversato la mia esistenza rendendomi quello che sono oggi.
Giorgia Loi
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