Diplomi facili – Ogni anno sono numerosi i ricorsi presentati dalle famiglie degli studenti non ammessi agli esami di maturità. Secondo alcuni osservatori, questa prassi rischia di compromettere la valutazione oggettiva delle competenze acquisite.
È indubbio che per molti genitori la priorità sia consentire ai propri figli di conseguire il diploma, tuttavia gli esami di stato dovrebbero principalmente accertare il raggiungimento dei livelli minimi di preparazione. Quando prevalgono fattori estranei alla valutazione del merito, si pone un serio interrogativo sulla qualità della formazione erogata.
Non di rado, infatti, i ricorsi non si basano su prove oggettive delle capacità dello studente, bensì su presunti “vizi di forma” nella stesura dei verbali che avrebbero influenzato negativamente il giudizio. Tuttavia, è discutibile che questioni burocratiche debbano prevalere sull’accertamento delle competenze effettivamente maturate.
Naturalmente non si mette in dubbio il diritto dei genitori a tutelare i propri figli, ma il sistema educativo dovrebbe anzitutto porsi l’obiettivo di formare cittadini consapevoli e preparati. L’eccessiva benevolenza nell’ammissione agli esami potrebbe produrre l’effetto opposto, consegnando al mondo del lavoro professionisti privi delle capacità attese.
Una riflessione approfondita sul sistema appare opportuna, al fine di contemperare le istanze delle famiglie con quelle prioritarie della certificazione delle competenze. Gli esami dovrebbero valutare in modo imparziale e oggettivo i reali livelli raggiunti, nell’interesse primario dei giovani e della società.
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