Di Valeria Bruccola – L’incontro tra i dirigenti politici del MIUR e i rappresentanti sindacali si è tenuto, in un clima di attesa e di speranza, ma ogni dichiarazione rilasciata a caldo fuori dal Ministero non ha aggiunto nulla di nuovo rispetto a quanto si sapeva già, ovvero che l’anno in corso sarà “salvato”, più per motivi amministrativi, organizzativi e legati alla continuità didattica che per salvaguardia dei posti di lavoro, e che ogni ipotesi di soluzione dovrà passare per la via politica Sugli effetti della sentenza, tuttavia, alcuni rappresentanti sindacali e politici si sono lasciati sfuggire una presunta analisi in atto da parte dell’Avvocatura di Stato, che dovrebbe, secondo le indiscrezioni, valutare la portata della sentenza stessa. Ci sembra questa una mossa solo per prendere tempo…
Scontati i risultati della riunione, quindi, tra cui le rassicurazioni sulla “possibilità” imminente di retrocedere nelle graduatorie d’istituto, quelle per le supplenze, per coloro i quali per ostruzionismo delle amministrazioni territoriali non avevano potuto presentare la domanda nell’ambito dello scorso aggiornamento, possibilità contemplata nel decreto, ma disapplicata senza che il MIUR muovesse un dito. Si è parlato, infine, della possibilità di attuare una sorta di “transitorio”, come è stato per i docenti abilitati della scuola secondaria, chiamato impropriamente e inadeguatamente sanatoria. Ma su ciò che più interessa, ovvero sui tempi e sulle modalità di attuazione, nemmeno un’ipotesi.
Per tirare le somme, quindi, si può affermare che era già scritto che l’incontro tanto atteso e definito dalla stessa Ministra come risolutivo avrebbe deluso le attese.
Siamo di fronte ad una nuova stagione di tensione e di braccio di ferro, in cui saranno necessari compattezza e capacità di proposizione, aspetti non sempre riscontrati nel mondo della scuola, spaccato a causa della definizione politica di eserciti di docenti con caratteristiche professionali e titoli differenti. Sarà compito della politica gestire questo aspetto, smettendola di usare strumentalmente posizioni contrapposte per avvalorare pubblicamente scelte discutibili e palesemente fallimentari. Il consenso politico non si guadagna favorendo l’una o l’altra posizione ma affrontando la complessità con la giusta tensione etica, unica possibilità per ripristinare ordine ed equità. Vedremo chi ne sarà capace e quando. Intanto, noi docenti ci mobiliteremo, in massa, e il giorno 8 gennaio saremo di fronte al MIUR, per una manifestazione che lascerà un segno.
Successivamente saremo al MIUR per incontri formali già fissati. La presenza in piazza sarà fondamentale per dare forza alle nostre posizioni di salvaguardia di TUTTI i DM oggi in GAE!!!