Il Governo sta valutando di reintrodurre dal 2025 il meccanismo del “silenzio-assenso” per destinare una parte del TFR dei lavoratori ai fondi pensione complementari. L’obiettivo è incentivare la previdenza integrativa, soprattutto per i più giovani che rischiano assegni troppo bassi.
Come ha dichiarato la Ministra del Lavoro Calderone, l’idea è rilanciare il modello del 2007 quando, per 6 mesi, i lavoratori dovevano esplicitare la volontà sulla destinazione del TFR maturando, altrimenti andava di default al fondo pensione collettivo.
Stavolta però potrebbe essere coinvolto solo il 25% del TFR annuo. Il fondo sarebbe quello indicato dai contratti collettivi, salvo accordi aziendali diversi. I più noti sono FON.TE per il terziario e COMETA per la metalmeccanica.
In passato, con il silenzio-assenso, solo il TFR maturato in quel semestre andava al fondo, mentre il residuo rimaneva liquidabile alla cessazione del rapporto di lavoro. Ora invece l’obiettivo è cambiare la mentalità dei lavoratori, anche con campagne informative, promuovendo la previdenza complementare come un’opportunità.
Ancora non è noto da quando partirà il nuovo meccanismo, ma è necessario informare adeguatamente i dipendenti, non ripetendo gli errori del passato quando molti erano all’oscuro della riforma. La manovra di Bilancio 2025 potrebbe gettare le basi per questo cambiamento a partire dal 2025.
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