Il crollo delle nascite è ormai un dato di fatto, e questa tendenza ha una serie di ripercussioni anche nel mondo dell’istruzione. Il problema principale è quello di garantire un’educazione di qualità ai giovani, nonostante il numero sempre più ridotto di alunni che popolano le aule scolastiche.
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Una soluzione proposta da molti esperti del settore sarebbe quella di ridurre il numero degli alunni per classe, in modo da garantire un’attenzione maggiore da parte dei docenti e un insegnamento più personalizzato. In questo modo, si potrebbe ottenere anche un beneficio economico, in quanto si salvaguarderebbero i posti di lavoro dei docenti.
Crollano le nascite, si perdono cattedre
Lo stesso ministro Valditara denuncia: “L’effetto dell’andamento demografico dei prossimi 10 anni si sentirà di più nella scuola secondaria di secondo grado, dove potremmo perdere circa 500mila studenti; nella scuola secondaria di primo grado il calo sarà di quasi 300mila alunni; nella scuola primaria di circa 400mila scolari; nella scuola dell’infanzia se si mantiene questa tendenza il calo previsto è di oltre 156mila bambini”.
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Il crollo delle nascite farà perdere molte cattedre, lo evidenzia lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito: Se continuerà il calo delle nascite “l’organico docente che è una variabile dipendente degli studenti rischierebbe di passare dalle attuali oltre 684mila cattedre a circa 558mila nel 2033/34. Una riduzione di 10/12mila posti di lavoro ogni anno, ma dobbiamo dare risposte su questo tema”.
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