Mentre sono in corso le prime convocazioni per le supplenze da laureata d’istituto per il nuovo anno scolastico, è importante fare chiarezza su quali potranno essere le conseguenze in caso di mancata risposta ad una chiamata.
La normativa prevede che il mancato riscontro equivalga a rinuncia, con possibili ripercussioni sulla futura assunzione di altre cattedre.
Secondo quanto previsto dall’art. 14 dell’OM 88/2009, la rinuncia ad una proposta contrattuale o alla sua proroga comporta, per l’aspirante che non abbia già in essere un’altra supplenza, la perdita della possibilità di ottenere altre supplenze nello stesso anno sia per lo stesso insegnamento che per il relativo sostegno.
La norma equipaggia espressamente la mancata risposta ad una convocazione a rinuncia. Di conseguenza, se si riceve una chiamata ma non la si accetta né la si rifiuta entro i termini previsti, si corre nella sanzione che impedisce l’assunzione di nuove cattedre per quel particolare anno scolastico.
È bene ricordare che, sebbene la disposizione lasci poco spazio a dubbi interpretativi, nella pratica non sempre le scuole applicano in modo rigoroso tale conseguenza. Il maggiore rigore viene invece generalmente utilizzato nei confronti di chi, avendo accettato l’incarico, non si presenta poi effettivamente in servizio.
In ogni caso, per evitare spiacevoli sorprese, è opportuno che gli insegnanti iscritti alle graduatorie monitorino con attenzione le comunicazioni e rispondano puntualmente alle convocazioni, sia per accettarle che per rifiutarle esplicitamente. Una comunicazione tempestiva salvaguarda i propri diritti e consente agli istituti di pianificare le sostituzioni in modo regolare.
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