Le domande di aggiornamento delle graduatorie di istituto del personale ATA e docente si presentano in autocertificazione. Il candidato certifica i servizi svolti, eventuali titoli posseduti eccetera.
In caso di autodichiarazioni mendaci cosa rischiano?
La FLC Cgil nel sollecitare le segreterie scolastiche a verificarle, sottolinea che “Le autodichiarazioni mendaci o certificazioni o autocertificazioni false implicano una responsabilità penale, l’interruzione del rapporto di lavoro, l’esclusione dalla procedura per tutti i profili e graduatorie in cui si è inseriti e l’irrorazione di sanzioni (artt. 75 e 76 DPR 445/17).
Le dichiarazioni individuate come false comportano:
- il depennamento dalle graduatorie
- la rescissione del contratto in atto
- il mancato riconoscimento ai fini giuridici del servizio prestato
- la denuncia all’autorità giudiziaria.
Si sottolinea, dunque, l’importanza di procedere con puntualità e accuratezza alle verifiche, nell’interesse della scuola e dei lavoratori, in modo da evitare situazioni difficili da dirimere a causa del troppo tempo intercorso da quando le dichiarazioni erano state rese.
Questo al fine di perseguire due obiettivi conformi alla Costituzione: “evitare l’instaurazione di un rapporto di impiego con soggetti che abbiano agito in violazione del principio di lealtà che costituisce uno dei cardini dello stesso rapporto (art. 98 Cost.) e tutelare l’uguaglianza dei concorrenti pregiudicati dalla sleale competizione con chi abbia partecipato alla selezione con documenti falsi o viziati” (vedere sentenza della Corte Costituzionale n. 329 del 2007)”.