Arretrati – Il contratto collettivo nazionale della scuola per il triennio 2019-2021 è scaduto da oltre un anno, lasciando il personale in attesa dei rinnovi economici e normativi per il biennio successivo. Con l’inflazione alle stelle e il caro vita che erosi il potere d’acquisto degli stipendi, la questione del rinnovo contrattuale e il calcolo degli arretrati spettanti assume una rilevanza cruciale.
Analizzando le ipotesi di aumento validate dal governo per il nuovo triennio e tenendo conto degli anticipi già erogati, è possibile simulare gli importi netti che potrebbero spettare al personale ATA con la firma del rinnovo.
Per il 2022 è previsto un incremento dello 0,5%, mentre per il 2023 non sono stati stanziati fondi aggiuntivi. Nel 2024 l’aumento ammonterebbe al 3,75% rispetto al 2021. Tuttavia, gli anticipi erogati a dicembre 2021 e 2023 andranno recuperati sul totale degli arretrati.
Scomponendo le varie voci per fascia di età e qualifica, emerge che il personale ATA potrebbe ricevere importi netti tra i 13,90 euro e i 26,80 euro per i tre anni, al netto degli acconti già ricevuti. Sebbene aritmeticamente corretti, tali somme appaiono insufficienti a compensare l’inflazione galoppante, vista anche la scadenza di agevolazioni come il bonus 200 euro.
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