Lo avevamo definito, in tempi non sospetti, contratto punitivo e anche quella volta avevamo ragione. La piattaforma in discussione all’Aran prevede meno diritti per i lavoratori del comparto scuola e più doveri, ma la beffa arriva anche dalla retribuzione: in alcuni casi lo straordinario sarà completamente a gratis. Oltre a noi ne ha scritto oggi anche ItaliaOggi: “Il comma 2 – scrive il giornale – dell’articolo riguardante le attività di insegnamento, prevede che il docente sia tenuto a svolgere le attività previste dal piano annuale delle attività adottato dal dirigente scolastico. Lo svolgimento avverrà sulla base di incarichi che saranno assegnati ai docenti dal dirigente scolastico in forma scritta”.
In pratica cosa succederà?
Nel momento nel quale il DS ha bisogno che un’attività sia coperta dal docente, predisporrà un ordine di servizio in forma scritta e il docente sarà tenuto a svolgere la mansione, il colmo è, prosegue ItaliaOggi: “E siccome la nuova clausola non prevede la stipula di un’integrazione al contratto individuale di lavoro, all’atto del conferimento dell’incarico, i docenti non saranno in grado di conoscere l’entità della retribuzione aggiuntiva e la durata della prestazione”. Tuttavia la proposta, anche se figlia di una sentenza della Corte di giustizia europea, quinta sezione dell’8 febbraio 2001, C-350/99 che sancisce che essendo espressamente previsto dal contratto, diventerà elemento essenziale dello stesso, collide “con quanto previsto dall’articolo e 2, comma 2, del dlgs 165/2001, il quale prevede che l’attribuzione di trattamenti economici possa avvenire esclusivamente mediante contratti collettivi o alle condizioni previste mediante contratti individuali”. Insomma se nel fondo di istituto non ci sono più risorse, il rischio concreto è che il docente o il personale ATA sarà costretto a lavorare gratis o con compensi miseri.