Intervistiamo il coordinatore della Gilda degli insegnanti all’indomani della firma apposta all’ipotesi del Contratto Collettivo Integrativo Nazionale sulla Mobilità relativo al personale Docente, Educativo ed ATA per il triennio 2025/28.
1) Prof. Castellana, si chiude un contratto integrativo sulla mobilità 25/28 , che non poche problematiche aveva sollevato in passato per i vincoli imposti dalla Legge e che aveva visto i sindacati tra loro divisi, ricordo il precedente contratto fu firmato tra mille polemiche dalla sola Cisl Scuola.
Da neo coordinatore e da esperto della materia per la sua lunga attività di consulenza sulla mobilità, qual è il suo bilancio su questa lunga contrattazione che ieri ha finalmente portato alla firma del Contratto da parte di tutti i sindacati? Problema vincoli, i vincoli restano perché previsti da una norma messa dall’ex Ministro Patrizio Bianchi (Governo Draghi) nel pacchetto PNRR, tuttavia il CCNL 19/21 ha aperto un’ importante fase derogatoria che ha di molto limitato i vincoli sia da trasferimento e soprattutto per i neo immessi in ruolo dal 2023/24.
Certo che l’attuale compagine politica rispetto alla precedente ha una maggiore apertura su questa problematica che a mio avviso andrebbe presto ricondotta tout court all’alveo Contrattuale, togliendola dal PNRR.
Come si è arrivati a queste due nuove deroghe previste dall’articolo 2 del nuovo CCNI 25/28 e cioè la deroga per i figli fino all’età dell’obbligo scolastico e quella per il ricongiungimento ai genitori di età uguale o maggiore di 65 anni, questa una vera falla nel muro dei vincoli ? Quale ruolo ha esercitato al tavolo negoziale la delegazione del suo sindacato?
R) Sento anch’io il dovere di premettere che non ci sarà il miglior contratto possibile fintanto che ci sarà una legge che impedisce la mobilità attraverso i vincoli e si deve cercare di rimediare attraverso le deroghe in fase contrattuale.
La continuità didattica non si garantisce con il sistema punitivo dei vincoli, ma al massimo premiando con maggior punteggio la continuità didattica, questa è da sempre la mia proposta e devo dire che anche in questo caso in parte siamo stati ascoltati.
Rispetto alla domanda specifica la proposta iniziale di tutti i sindacati era quella di estendere la deroga ai genitori di figli minori ai 18 anni, ma c’erano stato delle resistenze, come Gilda abbiamo pertanto da subito eccepito che era perlomeno doveroso garantire la presenza dei genitori accanto ai figli almeno durante l’obbligo scolastico e sono davvero molto soddisfatto che questa nostra richiesta, che avevo rilanciato anche sui miei social personali, sia stata accolta. L’estensione poi anche ai figli di genitori con età superiore ai 65 anni, oltre alle altre deroghe già previste, allarga di molto la platea di coloro che possono presentare domanda di mobilità. Dobbiamo però riflettere sul fatto che possiamo anche eliminare totalmente i vincoli, ma ci devono essere i posti per trasferirsi e pensare che uno degli impegni sindacali per il futuro deve essere quello di eliminare la differenza tra organico di diritto e organico di fatto, oltre che si dovrebbe superare il concetto dei posti in deroga sul sostegno e garantire la continuità agli studenti con le necessarie immissioni in ruolo.
2) Revisione della tabella relativa ai punteggi dei servizi. A mio avviso si è stati fin troppo cauti nel riconoscimento del servizio pre ruolo alla stregua di quello di ruolo nelle graduatorie interne e nei trasferimenti d’ ufficio. La soluzione trovata è la classica soluzione di mediazione e come tutte quelle che derivano da una mediazione tra le parti per chi la legge e non ha partecipato alla contrattazione, diventa demenziale. Perché mai ad esempio calcolare in modo differente nell’arco del triennio 25/28 il servizio pre ruolo svolto nello stesdo ruolo? Perché creare una discriminazione di valutazione tra il servizio pre ruolo prestato nello stesso ruolo di attuale appartenenza e in altro ruolo? E ancora perché non valutare a punteggio pieno il punteggio di ruolo prestato in altro ruolo?
Mi sembra che qui il CCNI si presti a un contenzioso non di poco conto e in buona sostanza si è fallito nell’intento di equiparare i servizi come da raccomandazione europea, superando l’antiquata gerarchizzazione tra servizi di insegnamento imposta per decenni dalla burocrazia scolastica.
R) Una battaglia storica della Gilda è invece quella di equipaggiare le tabelle della mobilità volontaria e quelle della mobilità d’ufficio. Su questo da sempre ci sono molte resistenze soprattutto tra le organizzazioni sindacali. In questo contratto si è compiuto un primo passo in avanti, per lo meno valorizzando ed equipaggiando gradualmente il preruolo al ruolo se prestato sullo stesso ruolo di attuale titolarità. Le parla uno che proprio da questa situazione non ci guadagna, ho avuto un passaggio di ruolo nella scuola secondaria di II grado e tutto il mio preruolo e ruolo precedente è nella sec. di I grado. Ritengo però che questo sia un primo passo per l’equiparazione definitiva.
3) Infine, prof Castellana, un punto su cui si è rischiato la frattura tra i sindacati e amministrazione. E cioè il punteggio aggiuntivo che l’amministrazione ha previsto per Orientatori, Tutor fortunatamente solo nella mobilità a domanda e per i docenti che prestano servizio nelle aree a rischio. Mi scusi ma in questo secondo caso mi sembra quello dei tre punti per tre anni continuativi di servizio nelle scuole a rischio un contentino ridicolo a fronte di una vera e proprio incremento retributivo che spetterebbe a questi docenti e lo chiedo come ex docente di una scuola secondaria di primo grado che ha insegnato per 17 anni in un quartiere a rischio nella periferia Ovest della città di Napoli, il Rione Traiano.
R) Il rischio era soprattutto sul punteggio dato ai tutor, in particolare se potessi iniziare ad aprire le porte al middle management, idea che mi vede fortemente contrario, sarebbe come legittimare atteggiamenti di caporalato nelle scuole. La proposta iniziale dell’amministrazione era quella di dare 6 punti per ogni anno da tutor/orientatore e per la formazione a questo legata. Cosa che ci vedeva fortemente contrari. Questo avrebbe davvero stravolto le graduatorie interne delle scuole, oltre che avrebbe creato il precedente di dare punteggio ad una funzione.
A questo punto, perché dare punteggio solo ai tutor e orientatori? Perché non darlo anche alle funzioni strumentali e coordinatori di classe che vengono sottopagati o non retribuiti affatto? Le assicuro che comunque c’erano organizzazioni sindacali pronte già a firmare a novembre di fronte a questa proposta del Ministero…
Noi su questo siamo stati irremovibili e devo anche riconoscere l’enorme apertura che successivamente c’è stata da parte dell’Amministrazione, che poteva comunque procedere, ma ha tenuto conto delle nostre istanze, introducendo solo un punto ad anno, maturato solo dopo tre anni e fortunatamente una tantum e solo nella mobilità a domanda, un compromesso accettabile.
Sul punteggio delle aree a rischio, personalmente credo che non sia nemmeno quella la soluzione e il riconoscimento del lavoro svolto dai colleghi nelle scuole particolarmente complicate. Penso che in fase contrattuale, come avviene per altri settori della pubblica amministrazione, ci dovrebbe essere un riconoscimento economico per chi insegna in zone difficili o particolarmente disagiate, recentemente ho, per esempio, sollevato la questione dei docenti che insegnano nelle piccole isole. La soluzione comunque non sta nel dare punti in graduatoria, ma soprattutto nel riconoscere economicamente il lavoro svolto in condizioni particolarmente disagiate.
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