Il bando del concorso PNRR2, recentemente pubblicato, ha scatenato un’ondata di indignazione tra i docenti precari e gli idonei dei concorsi, rappresentati dal movimento Scuola Lavoro e Libertà. L’associazione ha espresso il proprio profondo dissenso verso quella che definisce una politica irrispettosa e sprezzante nei confronti di chi sostiene il sistema scolastico italiano.
Secondo il movimento, il concorso è stato indetto nonostante le numerose richieste di modifica e le proteste presentate direttamente al Ministro dell’Istruzione e ai suoi collaboratori. Le dichiarazioni recenti del Ministro, che ha affermato di aver chiesto maggiore flessibilità all’Europa per il reclutamento, si sono rivelate, secondo i docenti, un mero palliativo, incapace di risolvere i problemi strutturali del sistema.
Un sistema che non ascolta i lavoratori
Il bando PNRR2 ha esacerbato il malcontento dei precari, molti dei quali lavorano da anni, con esperienza che va dai tre ai dieci anni di servizio. Questi insegnanti, già alle prese con condizioni di precarietà cronica, chiedono la fine di quello che definiscono “un abuso continuo” da parte dello Stato. L’Italia, infatti, è già stata oggetto di procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea per la violazione dei diritti dei lavoratori precari.
Parallelamente, gli idonei dei concorsi già superati non intendono sottoporsi a ulteriori selezioni, ritenendole inutili e dispendiose. Questi docenti, già certificati come idonei all’insegnamento, criticano una macchina burocratica che continua a ignorare il principio del doppio canale di reclutamento, a lungo richiesto dalle categorie coinvolte.
Una politica sorda e inadeguata
L’associazione denuncia anche l’atteggiamento ambiguo del Governo, che utilizza l’Europa e gli impegni del PNRR come scusa per evitare di affrontare il problema. Da Bruxelles, sostengono i rappresentanti di Scuola Lavoro e Libertà, non ci sarebbero ostacoli a modifiche che permettano la stabilizzazione dei precari. Tuttavia, le istituzioni italiane sembrano preferire soluzioni che penalizzano ulteriormente i lavoratori, favorendo dinamiche economiche poco trasparenti.
La richiesta: stabilizzazione e rispetto per i docenti
La soluzione proposta è chiara: assegnare i posti vacanti ai precari e agli idonei, evitando ulteriori concorsi che comportano sprechi di risorse pubbliche e oneri per i lavoratori. Il movimento critica la tendenza del sistema scolastico a diventare un ammortizzatore sociale per giovani senza altre prospettive, a discapito della professionalità e dell’esperienza.
Scuola Lavoro e Libertà conclude con un appello ai politici al Governo: fare il proprio dovere nell’interesse del Paese, ascoltando le richieste di chi da anni contribuisce al funzionamento del sistema scolastico, oppure fare un passo indietro. Il dissenso cresce e la pazienza del mondo della scuola sembra essere ormai agli sgoccioli.
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