Lo stiamo ribadendo da mesi, questo concorso nasce sotto una cattiva stella. I motivi sono tanti: in primis mancano i commissari, in secundis mancano i presidenti di commissione, poi ci sono diverse difficoltà relative le aule informatiche che dovranno ospitare i concorrenti per sostenere le prove; poi ancora ci sono una caterva di ricorsi, anche se una grossa fetta di questi non è stata accolta dal TAR facendo respirare e gioire il MIUR e il PD che avevano manifestato da tempo il loro disprezzo verso questa pratica; poi ancora vi è una lotta interna allo stesso PD con una serie di deputati dissidenti che da tempo criticano l’impianto del concorso, insomma se questo governo sperava di fare un’operazione politica di successo, dovrà fare i conti con l’effetto boomerang.
Quanti sono i ricorrenti respinti dal TAR?
Rimarranno a casa, con tutta probabilità, i 60/70mila diplomati che si sono rivolti al giudice amministrativo per essere ammessi alla prova scritta del concorsone a cattedre 2016 senza abilitazione. Lo scrive Salvo Intravaia su Repubblica.
Fra i ricorrenti chi sarà ammesso al concorso?
A sorpresa saranno ammessi i docenti già di ruolo, anche questi come i semplici laureati esclusi dal concorso.
Ci sono dubbi di costituzionalità?
Tuttavia – scrive ancora Intravaia – rimangono diversi dubbi di costituzionalità sulla Buona scuola sollevati dai togati di via Flaminia agiteranno i sogni soprattutto del premier. A chiedere di partecipare al concorso, che dal 28 aprile – con gli scritti per Storia dell’Arte – al 31 maggio 165mila abilitati che hanno presentato domanda online. Ma anche un certo numero di docenti di ruolo che sperano di cambiare insegnamento o avvicinarsi a casa, e diverse decine di migliaia di semplici diplomati che in alcuni casi sono in servizio come supplenti. Venerdì scorso, il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di un gruppo di diplomati magistrali con specializzazione linguistica che chiedevano di partecipare al concorso di scuola primaria. Ieri, il tribunale amministrativo della Capitale ha invece respinto la richiesta di partecipazione di alcuni “semplici” laureati senza abilitazione.
A questo punto è molto probabile che anche i pronunciamenti di merito – fissati per i prossimi giorni – sulle ordinanze del giudice monocratico possano seguire la stessa sorte. O che i candidati, anche ammessi allo scritto, possano essere estromessi successivamente. Perché il bando e la legge 107 (la Buona scuola), oltre a precisare che la partecipazione al concorso è riservata ai soli docenti abilitati spiega anche i diplomi – nel caso della scuola dell’infanzia e primaria – che non costituiscono titolo di accesso. E in attesa la macchina del concorso si avvii, salgono a 11 le regioni italiane costrette a riaprire i termini per le candidature a commissario, presidente e segretario di commissione. Per un compenso forfettario di 200 euro lordi più 50 centesimi aggiuntivi per ogni compito da correggere in pochi si sentono pronti ad affrontare una lunga estate di impegno con il rischio di essere chiamati dai giudici a rispondere del proprio operato.