COMUNICATO – A fronte di un concorso che in Lombardia stabiliva un numero di posti disponibili pari a 450, più il 30% di idonei, sono stati ammessi a sostenere le prove orali solo 200 persone, a fronte di circa 1100 concorrenti. Parliamo di una percentuale del 15% circa. Una percentuale che, se confrontata con quella di altre Regioni, è a dir poco surreale, considerato anche che si trattava della regione in cui concorreva circa il 25% dei partecipanti totali al concorso.
Saremmo curiosi di capire come sia possibile che circa 900 persone che, da più di un anno, investono tempo, sudore, sacrifici sui libri siano risultate tutte immeritevoli di un ‘’21’’. Possibile che per la regione Lombardia l’85% dei concorrenti fosse incapace di arrivare al ‘’21’’? Sinceramente, ne dubitiamo.
La vicenda è ancora più paradossale se si considera che, ad oggi, il ruolo di DSGA è ricoperto, in gran parte, da persone neanche in possesso del titolo di laurea richiesto per legge e che non sono state in grado di superare la prova preselettiva del concorso.
Questa è l’Italia. Un Paese che non è e non sarà mai in grado di staccarsi dai sotterfugi, dalle pretese illegittime di chi sa alzare di più la voce e da qualsivoglia forma di pressione politica e sindacale.
Viene da chiedersi a cosa serva parlare di principi di meritocrazia e trasparenza se, a fronte della necessità di terminare il concorso entro l’estate, come richiesto ufficialmente dal Ministro Azzolina a seguito di una recente interpellanza parlamentare relativa ai tempi del concorso in oggetto, le commissioni abbiano deliberatamente deciso di ammettere un numero estremamente esiguo di persone, così da poter terminare le prove orali in appena 15 giorni (dal 29 giugno al 13 luglio).
Il concorso ordinario, in Lombardia, infatti, permetterà di ricoprire meno della metà dei posti messi a disposizione dal bando. Si tratta di qualcosa di surreale e anomalo.
Viene da chiedersi, altresì, quale senso abbia avuto bandire questo concorso se, in quasi nessuna regione, si è voluto dar seguito ad una graduatoria da cui attingere nel corso dei prossimi anni e se, in regioni come il Friuli e soprattutto la Lombardia, si sia deciso di non coprire addirittura i posti messi a disposizione dal bando.
Sebbene la rabbia e la delusione adesso riguardino solo le quasi migliaia di persone, tra giovani laureati, padri e madri di famiglia, che hanno visto ieri svanire i loro sacrifici, l’impegno e la dedizione prestata per questo concorso, ci permettiamo di ritenere che da questa vicenda ne esce sconfitto il Paese, la P. A. e la scuola italiana.
I giovani laureati dovrebbero rappresentare il futuro, il motore del Paese, la spinta verso il rinnovamento culturale di cui la p.a. avrebbe davvero bisogno.
Da ieri, tutti noi proviamo vergogna nel sentirci cittadini italiani, di far parte di questo Paese e di aver creduto, ancora una volta, che si volesse premiare il merito, l’impegno, la voglia di mettersi in gioco e al servizio di questo Paese.
Siamo rammaricati per averci creduto, ma non in noi stessi, ma in questo concorso, che si sta dimostrando, sempre più, una farsa.
Il Comitato Difendiamo il Concorso DSGA