Compiti delle vacanze sì o no? Di Maria Cristina Sirchia

I compiti delle vacanze non sarebbero inutili in sé: se fatti con motivazione , potrebbero essere un’ottima opportunità per colmare le lacune.

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È questo il caso degli studenti che hanno la sospensione del giudizio, ovvero che devono sostenere un esame a settembre, per cui, necessariamente , è previsto un programma di recupero e ripasso che, se fatto seriamente, permetterà loro di affrontare con serenità l’anno successivo.

Per quanto riguarda gli studenti promossi a giugno invece, ecco questi non sono proprio nel mood, per così dire ,e quindi svolgono i compiti delle vacanze in fretta e così di mala voglia che il risultato è nullo.

Quindi che fare?

Io credo che come al solito una posizione equilibrata sia la soluzione migliore: ad esempio per le mie materie ovvero lettere, io darei un paio di libri da leggere , di narrativa e storia , anche a scelta loro fra una rosa di testi e magari da scrivere delle lettere immaginarie o qualche pagina di diario, relative a momenti particolarmente emozionanti.

Per latino e greco qualche frasetta e stop. Se poi gli studenti sentono la necessità di ripassare il programma, possono svolgere di nuovo le versioni e gli esercizi già tradotti in classe.

Che senso ha dare sei libri da leggere?

Diventa un tormento, una forzatura e tanto poi gli studenti trovano trama e tutto il resto su internet. Del resto penso che sia molto proficuo staccarsi completamente dalla scuola per un po’ di tempo, per riprendere con entusiasmo e grinta l’anno successivo. Consideriamo inoltre che l’Italia è uno dei paesi in cui si studiano più materie teoriche in assoluto durante l’anno scolastico.

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Come per ogni attività umana, la motivazione è il motore principale: infatti gli studenti consci delle loro lacune chiedono essi stessi un programma di recupero estivo . Per quelli che invece non hanno nulla da recuperare, direi che dopo un anno di scuola una vacanza spensierata è obbligatoria!

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