L’aspettativa non retribuita consente ai lavoratori di prendersi una pausa dal lavoro senza perdere il posto, ma rinunciando allo stipendio. Si tratta di uno strumento utile in diverse situazioni per motivi personali o familiari.
Vediamo nel dettaglio i casi previsti dalla legge in cui è possibile richiedere l’aspettativa non retribuita, rispettando sempre le regole di concessione e i limiti temporali fissati.
Per gravi motivi familiari l’aspettativa può essere chiesta in caso di decesso di un parente, malattia grave di un familiare o difficoltà personali del lavoratore. Il tetto massimo è di 2 anni anche non consecutivi.
Un’altra casistica riguarda la formazione, con diritto all’aspettativa per il conseguimento di diplomi o lauree. Anche in questo caso esiste un limite di 11 mesi e un’anzianità lavorativa minima di 5 anni presso lo stesso datore.
I dipendenti pubblici possono inoltre usufruire dell’aspettativa per avviare un’attività in proprio o per partecipare a un dottorato di ricerca. Possibile anche per il ricongiungimento familiare all’estero.
Altre norme prevedono l’aspettativa per chi deve seguire programmi di disintossicazione o riabilitazione, nonché per chi è stato eletto in cariche pubbliche. In quest’ultimo caso la durata è pari all’intero mandato.
Infine alcuni CCNL disciplinano specifiche fattispecie come l’aspettativa per volontariato. È sempre necessario verificare le modalità di fruizione e concessione previste dal proprio contratto.
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