COBAS: l’accordo per il rinnovo è un regalo “referendario”
Tanto rumore per nulla, possiamo esemplicare così il durissimo comunicato dei COBAS Scuola in merito al recentissimo accordo pre-referendum, che ha tutto il sapore di un aiutino vero al governo. L’aiutino arriva da parte della “triplice” sindacale, ovvero Cgil-Cise-Uil.
Le tre sorelle “rappresentative”.
Nel comunicato del sindacato di Base viene evidenziato come l’accordo, che raggiungerà il picco massimo (sempre se ci saranno le risorse), porterà in tasca ai lavoratori una “mancetta” che non basta neanche lontanamente a compensare la perdita salariale che hanno subito i dipendenti della Pubblica Amministrazione per effetto del blocco del contratto: “Il documento prodotto al proposito è un elenco generale di intenti, accompagnato però da un’unica cifra economica, cioè l’aumento medio di 85 euro mensili (ovviamente lordi) per ogni lavoratore/trice. La cifra è già di per sè grottesca, equivalendo a circa 50 euro netti, di fronte ad una perdita salariale , maturata in questi 7 anni, di circa il 20% del salario del 2009”.
Ma in aggiunta – leggiamo dal documento dei COBAS – va sottolineato che solo poco più della metà di tale cifra verrebbe assegnata direttamente e in paga base. Il documento, infatti, precisa che – sulla linea dell’accordo stipulato per i metalmeccanici dalla “triplice” – una parte dell’aumento “valorizzerà la professionalità e le competenze…e l’apporto individuale agli obiettivi di produttività” e che un’altra parte sarà indirizzata a “forme di welfare contrattuale, che integrino le prestazioni pubbliche..forme di fiscalità.. (volte) a sostenere lo sviluppo della previdenza complementare”.
E infatti nel contratto dei metalmeccanici, circa la metà dell’aumento salariale è indirizzato verso le pensioni integrative, i contributi salariali e quelli legati alla “produttività”.
Inoltre, all’interno di un’accozzaglia di retorici luoghi comuni sul “merito”, viaggia nel documento una esplicita minaccia: quella dell’introduzione di nuove norme per affrontare con “misure incisive e mirate, situazioni di disaffezione e demotivzione e contrastare fenomeni di assenteismo…con norme contrattuali che incentivino più elevati tassi di presenza”.
Poi, ad aggravare ulteriormente le prospettive contrattuali per quel che riguarda la scuola, governo e “triplice” sindacale hanno intenzione di inserire nello specifico contratto tutte le peggiori nefandezze della legge 107. Infine, risulta davvero clamorosa la rapidissima accelerazione di questo accordo a soli tre giorni dal voto sulla riforma costituzionale.
Cosicchè l’iniziativa non può che apparire un aperto regalo “referendario” a Renzi che, mentre può sembrare coerente per Cisl e Uil, in netta maggioranza a favore del SI’, potrebbe sconcertare per la Cgil.
In realtà quest’ultima ha applicato la tattica di Berlusconi che, mentre fa propaganda per il NO, autorizza le sue aziende a battersi per il SI’. La Cgil vuole assicurarsi, comunque vada il voto e nella convinzione che Renzi in ogni caso non sparirà, l’unica cosa che le interessa, la ripresa del simulacro della concertazione, anche a costo di rinunciare a qualsiasi difesa dei residui diritti dei lavoratori/trici.
Per quel che ci riguarda, nell’Esecutivo nazionale che terremo immediatamente dopo il voto referendario, decideremo le forme di lotta per cercare di battere questo sciagurato progetto del governo e della “triplice”, da proporre ai lavoratori/trici indisponibili a questa colossale truffa contrattuale.