Un anno dopo la grave crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina, una nuova emergenza sta colpendo il territorio situato tra il sud-est della Turchia e il nord della Siria.
Nella notte del 6 febbraio, un terremoto di magnitudo 7.9 ha colpito le province turche di Adana, Malatya, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanlirufa e Kahramanmaras, e le città siriane di Aleppo, Latakya, Tartus e Hama, causando quasi 3.800 morti e 11.119 feriti.
La situazione nelle zone colpite dal sisma è apocalittica, con case ed edifici crollati, infrastrutture devastate, ospedali sfollati e macerie ovunque.
Secondo l’OMS, il numero delle vittime potrebbe essere otto volte superiore. La richiesta di donazioni di sangue e di aiuti umanitari sta continuando da parte di diversi paesi europei, tra cui l’Italia, Stati Uniti, Russia, ONU e le ONG.
La situazione in Siria è ancora più critica a causa dei bisogni umanitari altissimi causati dalla guerra civile e dall’invasione turca. Le agenzie umanitarie dell’ONU stanno avviando aiuti di emergenza per supportare le vittime in aumento. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime la propria preoccupazione per la situazione delle popolazioni colpite dal sisma e invita tutti a supportare gli sforzi di emergenza umanitaria.
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