La fine della chiamata diretta riapre le porte al punteggio
La promessa in campagna elettorale è stata mantenuta, ma solo in parte. Gli elettori si attendevano l’abolizione della buona scuola, ma come era prevedibile si sta procedendo ad una profonda revisione. La famosa politica del cacciavite sembra piacere ai più anche se c’è ancora chi rivendica l’abolizione in toto della legge 107/15. dopo la “morte” della chiamata diretta ci si domanda cosa accadrà a quei docenti che chiedono trasferimento o sono immessi in ruolo su un ambito? Non accadrà nulla di nuovo, o meglio si torna alla logica del punteggio, chi è davanti ha facoltà di scelta chi è indietro con il punteggio dovrà accontentarsi dei posti che restano. Verrebbe da dire e vissero tutti felici e contenti, anche se in realtà qualcuno del PD continua a difendere la chiamata diretta perchè a loro dire permetteva ai presidi di scegliersi il personale.
Come avverrà l’assegnazione della sede?
A spiegarlo è lo stesso ministro Bussetti al Sole24Ore. Il ministro precisa che ci saranno due fasi:
1) copertura dei posti disponibili prioritariamente con personale che ha ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dall’art. 13 del CCNI sulla mobilità;
2) copertura dei posti residuati col restante personale, secondo il punteggio di mobilità. Quest’ultimo personale, nella presentazione della domanda, che avverrà a partire da domani tramite l’apposita sezione di istanze on line, indicherà la scuola da cui partire. Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell’ambito. Queste operazioni saranno concluse entro il 27 luglio.
Insomma varrà l’anzianità di servizio anche per l’assegnazione della sede per il personale neo immesso in ruolo. “Anche in questo caso – continua Bussetti – si seguirà il punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento. L’assegnazione della sede di incarico avverrà contestualmente all’assegnazione dell’ambito di titolarità”.
Cosa accadrà a chi ha il contratto triennale?
Su questo aspetto il ministro non si è ancora espresso, anche se parla di priorità nella mobilità. Ricordiamo che molti docenti hanno partecipato alla chiamata diretta con le scuole ed hanno firmato un contratto triennale, scaduto il triennio dovranno (dovevano?) partecipare nuovamente alla chiamata diretta, a questo punto è logico pensare che il contratto triennale si trasformerà in automatico in contratto definitivo? Il docente dunque sarà inserito in maniera definitiva nell’organico di istituto di servizio? E’ ciò che sperano.