Cosa si intende per cereali?
Si conoscono da 3000 anni, i più coltivati al mondo sono: frumento, mais e riso.
I motivi della loro diffusione è da ricercare dal fatto che si tratta di un prodotto ricco di amido e calorie, sono composti dalla cariosside dalla quale si produce amido in grado di garantire l’alimentazione umana. I cereali possono definirsi prodotto secco, con bassa umidità che va dal 13% al 14%.
Sono facili da trasportare e facili da coltivare poichè si adattano a tutti gli ambienti e climi. Possiamo affermare che i cereali garantiscono la sopravvivenza del genere umano. I principali, come il grano è trasformato in farina e lavorato per impasto, il riso invece oltre ad essere anch’esso utilizzato in farina, è utilizzato in cucina e nell’Asia costituisce il principale alimento. Il mais trova maggior riscontro in zootecnia, viene usato come mancime per gli animali.
La coltivazione dei cereali
La coltivazione dei cereali occupa la maggior parte delle superfici coltivabili. Appartengono ai graminacei, ma ci sono anche degli altri tipi che non lo sono come af esempio la Quinoa che sta trovando parecchia diffusione perchè, a differenza del frumento, è gluten free.
Cereali: il frumento
Il frumento si divide in due categorie: duro e tenero. Il primo serve per fare la pasta e il secondo, in particolare al Nordf del Paese viene utilizzato dai panificatori. Infatti il grano tenero si coltiva maggioormente al Nord Italia, nella Pianura Padana, in Piemonte, Lombardia ecc. La produzione di frumento italiana non soddisfa l’esigenza del Paese e quindi siamo costrettio ad importarlo. I paesi dai quali importamo il maggior quantitativo di frumento sono il Canada, l’Australia e l’Ucraina.
Dal Canada importiamo “grano di forza”, ricco di proteina, da esso sono estratte farine pregiate come ad esempio la Manitoba che ha la proteina oltre il 15%. Il grano che ha poca proteina viene utilizzato dall’industria dolciaria. Una farina da grano ricco di proteina favorisce la lievitazione, una povera invece no, ecco perchè viene usata per fare i biscotti, i dolci non richiedono un impasto particolarmente lievitato, il pane invece si.
Gli agricoltori durante la coltivazione del grano italiano cercano di migliorare la percentuale di proteina selezionando le semense, ma in pareticolare concimando il terreno che ospiterà la semina del grano, poi quando il grano inizia a crescere, diserbano e attuano dei trattamenti sulla pianta per evitare l’attacco deii parassiti. Quando si concima con concimi chimici questi devono essere ricchi di azoto per garantire la crescita della proteina nel grano, dunque garantire un buon grano di forza.
Le cimici, le nuove nemiche del grano
Le cimini ormai sono presenti nel nostro Paese in particolare nelle regioni del Nord, se un campo coltivato a grano non viene trattato, la cimice buca la cariosside immettendo una sostanza che compromette poi la fase di trasformazione in farina. Le farine ricavate dal grano attaccato dalle cimici lievitano meno perchè povero di proteina.
Costi del grano di importazione e convenienza
Il grano di importazione non è tracciato e quindi non è datop sapere come sia stato trattato, spesso gli agricoltori utilizno il glifosfato, vietato nel nostro Paese perchè particolarmente tossico. In Italia, purtroppo, non vi è un piano di produzione uniforme, ciascun produttore coltiva per conto proprio ncon varietà diverse.
La coltivazione del riso in Italia
In Italia il territorio coltivato a rtiso è di circa 220 ettari, si tratta di piccole superfici a dimostrazione che non è una coltura particolarmente diffusa sul territorio nazionale. Il riso italiano si presenta in forma tondeggiante e non allungato come le varietà asiatiche che importiamo nel nostro Paese. L’importazione del riso imposta dal WTO stabilisce le quote di produzione e di esportazione siglati dagli stati. Il riso importato ha un costo decisamente minore rispetto a quello coltivato in Italia, per competere è necessaio rispondere con una qualità superiore, con la certificazione e con la tracciabiloità.
Origine del mais e coltivazione
Il mais ha origine (teosinte) del centro america, in particolare le prime coltivazioni sono messicane. Il mais italiano è di importazione, ormai viene coltivato da anni nel nostro Paese, in particolare nelle region del Nord. Viene usato per l’alimentazione zootecnica poichè ha buona resa: 12/13 tonnellate ad ettaro. Si coltiva nel periodo estivo e del mais si utilizza tutto, sia la pianta che la spiga, si usa anche per fare biomassa. I ricavi del mais sono di circa 16/17 euro quintale mentre quello da biomassa lo pagano intorno a 3 euro al quintale. Il mais da biomassa viene utilizzato tutto, compresa la pianta, si stima che per ogni ettaro se ne produca circa 40/50 tonnellate.