Il Tribunale di Velletri ha recentemente emesso una sentenza innovativa che stabilisce il diritto di una docente precaria a ricevere 3.000 euro dal Miur quale indennizzo per essere stata ingiustamente esclusa per sei anni dai fondi della cosiddetta “Carta del docente”.
Questo strumento infatti, introdotto con la Legge 107/2015 (Buona Scuola), consente agli insegnanti di usufruire di 500 euro l’anno per aggiornarsi professionalmente acquistando libri, hardware, corsi di formazione e altre attività culturali. Finora però i precari ne erano rimasti esclusi, nonostante svolgessero regolarmente supplenze annuali.
I precari hanno diritto alla Carta del Docente: va richiesta prima che scatti la prescrizione
Il Tribunale ha ricordato che sia il Consiglio di Stato che la Corte di Giustizia Europea si sono recentemente espresse contro tale discriminazione, stabilendo che “la mera natura temporanea del lavoro non può giustificare differenze di trattamento in merito all’aggiornamento”.
Inoltre, con la sentenza dello scorso ottobre la Cassazione ha chiarito come anche i docenti non di ruolo abbiano diritto alla Carta, a prescindere da eventuali domande.
Di qui la decisione di condannare l’amministrazione a corrispondere alla supplente i 3.000 euro complessivi cui avrebbe avuto diritto in sei anni, maggiorati degli interessi legali per il ritardo. Una vittoria importante che ristabilisce un principio di equità e tutela il diritto fondamentale all’aggiornamento di tutto il personale scolastico.
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