L’inchiesta della Procura sta facendo emergere un caso senza precedenti di presunto malversazione dei fondi statali destinati alla formazione del corpo docente. Secondo le prime ricostruzioni, centinaia di insegnanti di una provincia della Calabria avrebbero acquistato beni non conformi alle finalità educationali del incentivo con la complicità di un rivenditore autorizzato. Rischiano pesanti sanzioni sia sul piano penale che disciplinare.
Circa 300 docenti sono sotto indagine a Cosenza per l’impiego irregolare dei 500€ annuali della “Carta del Docente“. L’inchiesta, partita a febbraio, ha scoperto acquisti non in linea con la normativa: elettrodomestici, TV e smartphone anziché risorse per l’aggiornamento professionale.
I fatti – Secondo quanto emerso, i professori avrebbero aggirato le regole comprando beni non educationali grazie alla mediazione di un negozio affiliato ad una catena di elettronica. Invece di usare i fondi per corsi e libri, avrebbero ottenuto merce non conforme allo scopo di migliorare le competenze.
Le conseguenze – Oltre al procedimento penale per frode, risulta a rischio il profilo disciplinare: l’Ufficio Scolastico valuta sanzioni come la sospensione. L’abuso di risorse pubbliche solleva dubbi sull’efficacia dei controlli.
L’impatto – Il caso potrebbe minare la fiducia nello strumento, sebbene – se ben impiegato – esso sia cruciale per l’aggiornamento degli insegnanti. Serve fermezza contro gli illeciti ma anche tutelare le finalità formative della Carta.
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