Il calo della popolazione a livello nazionale riflette tendenze demografiche fortemente differenziate sul territorio italiano. Mentre il Sud e le Isole registrano una diminuzione significativa, pari rispettivamente al -3,7‰ e -3,8‰, il Nord-ovest (+2,3‰) e il Nord-est (+2,0‰) mostrano invece una crescita demografica. Anche il Centro perde popolazione, con una riduzione dell’1‰.
A livello regionale, il Mezzogiorno evidenzia perdite generalizzate, con un picco negativo in Basilicata (-8,1‰). Nel Centro, la riduzione più rilevante si registra in Umbria (-3,9‰). Al contrario, nel Nord si osserva una tendenza opposta: tutte le regioni registrano un incremento, fatta eccezione per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (-2,1‰). La Provincia autonoma di Bolzano/Bozen si distingue per il tasso di crescita più elevato (+6,3‰).
Un elemento chiave nella moderata flessione della popolazione nazionale è rappresentato dalla componente straniera. Al 31 dicembre 2023, il numero di residenti stranieri raggiunge quota 5.253.658 (+21,8‰ rispetto al 2022), con un’incidenza dell’8,9% sulla popolazione complessiva (rispetto all’8,7% del 2022).
Tra i Comuni con oltre 100mila abitanti, quelli che registrano un saldo positivo rispetto al 2022 sono principalmente ubicati nel Nord, mentre Roma, Napoli, Palermo e altre città del Mezzogiorno presentano un saldo negativo.
Nel 2023 si registra anche un aumento delle emigrazioni verso l’estero (+5,5%), con un totale di 158.438 partenze. Questo incremento è determinato soprattutto dalla crescita degli espatri di cittadini italiani (+14,6%), mentre le emigrazioni dei cittadini stranieri diminuiscono (-12,4%).
Tutte le aree geografiche mostrano un saldo migratorio estero positivo, con il Nord-ovest e il Centro che presentano tassi superiori al valore nazionale. Tuttavia, questi dati non riescono a compensare la perdita migratoria interna, contribuendo al calo della popolazione nel Mezzogiorno.
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