Da quando è insegnante? Cosa ha insegnato? ?
Sono entrato in ruolo nel lontano 1984, dopo aver superato il concorso del 1982 (il primo bandito dopo anni di sanatorie) e ben 8 anni di precariato. Per anni sono stato insegnante di sostegno di scuola secondaria di primo grado in un quartiere della periferia occidentale della città di Napoli, il Rione Traiano, con alunni provenienti da contesti familiari molto difficili. Per un lungo periodo ho svolto esperienza sindacale nella Gilda degli insegnanti. Quando sono rientrato a scuola, ho insegnato Italiano e Storia nelle scuole serali.
È stato difficile entrare nella scuola? Come funzionava prima il reclutamento? ?
Sì era difficile, a meno che non si volesse insegnare a Torino o a Milano, al Nord insomma, dove, allora come ora, c’era e c’è penuria di insegnanti. Oggi entrare in ruolo è molto più complicato: il PNRR prevede un iter molto articolato tant’è che ci troviamo innanzi a un fenomeno abnorme: un terzo dell’organico è costituito da precari. Allora gli idonei acquisivano l’abilitazione e se non volevano ripetere il concorso si iscrivevano nella graduatoria del doppio canale che a mio avviso oggi andrebbe ripristinato.
Ha svolto ruoli organizzativi nella scuola?
Durante gli anni di svolgimento del mio servizio sul sostegno ho svolto molti ruoli organizzativi. All’epoca non esisteva il fondo di istituto, ma ero giovane ed entusiasta. Invece in altre scuole, quando ritornai ad insegnare dopo la parentesi sindacale, vista la forte competizione tra colleghi, mi feci da parte.
Ci risulta che è un sindacalista. A quale sindacato è iscritto e perché??
Veramente siete informati male. Io non sono un sindacalista. Lo sono stato fino al 2008, prima di essere espulso dalla Gilda degli insegnanti. All’epoca fui tra i primi iscritti e fondai con altri la struttura provinciale. Mi iscrissi perché credevo fosse un sindacato diverso, dedicato solo ai docenti. Non volli mai cariche nazionali ma purtroppo in seguito dovetti fare i conti con chi quelle cariche le accettò e di buon grado. Lavorai come un matto e riuscii a far conoscere il sindacato in tutta la provincia: quando lo diressi lo portai ad oltre 2000 iscritti. Forse per le mie posizioni non allineate al coordinatore nazionale, iniziò una demolizione sistematica nei miei confronti, con una serie di gravi calunnie che preferisco evitare di raccontare. Pur avendo avuto diverse offerte da altri sindacati, per scelta ritornai a fare l’insegnante ma non volevo perdere le mie competenze apprese negli anni di sindacato, così decisi di metterle a disposizione gratuitamente sulla rete come ancora continuo a fare attraverso la pagina facebook Scuola Bene Comune (SBC). Oggi scrivo articoli, faccio interviste e ho rapporti con sindacalisti di rango nazionale e con politici. Alcune mie idee poi sono state realizzate con provvedimenti legislativi.
Che differenze ci sono nella scuola dopo la riforma dell’autonomia?
Gli effetti dell’autonomia si sono visti con gli anni. Scuole in competizione tra loro per accaparrarsi iscritti, genitori e alunni clienti a cui dare sempre ragione, impoverimento educativo, abbassamento del livello delle prestazioni richieste, violenza nelle scuole ai danni del personale, potere spropositato dei DS a danno degli OO.CC., clientelismo, forte competizione tra docenti per accaparrarsi quote di salario aggiuntivo, diffusione del mobbing verticale e trasversale.
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