Bonus Mamme spetta anche alle lavoratrici precarie. Altra norma del Governo disapplicata dai Giudici

I costi per il Governo potrebbero essere elevatissimi.

Bonus Mamme spetta anche alle lavoratrici precarie. Come preannunciato mesi fa è arrivata la prima sentenza in Italia che disapplica la legge di Bilancio 2024 (30 dicembre 2023, n. 213), per violazione della clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato (recepito dalla direttiva 99/70 del Consiglio dell’Unione Europea) e degli artt. 20 e 21 della CDFUE.

La legge infatti aveva previsto all’articolo 1, comma 180, che: «Fermo restando quanto previsto al comma 15, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, è riconosciuto un esonero del 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile».

Ai sensi del successivo comma 181, l’esonero «è riconosciuto, in via sperimentale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo».

Bonus Mamme spetta anche alle lavoratrici precarie: la sentenza del Tribunale di Lodi

In sintesi il Governo aveva riconosciuto il cosiddetto BONUS MAMME sino ad € 3.000,00/anno solo alle mamme a tempo indeterminato. Il Tribunale di Lodi (prima sentenza) accogliendo il ricorso degli avvocati dell’ANIEF (Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Fabio Ganci e Nicola Zampieri) ha esteso il diritto alle ricorrenti (mamme con contratti a tempo determinato in possesso dei requisiti).

bonus mamme

Si tratta sicuramente di una prima di tante altre sentenze che arriveranno nei prossimi mesi vista la grande platea di dipendenti (non solo Scuola) in possesso di un contratto a tempo indeterminato e con due figli. I costi per il Governo potrebbero essere elevatissimi!
Si stimano infatti in circa 200 milioni di euro per il 2024 e 200 milioni di euro per il 2025.

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