Mentre i tribunali ordinari Italiani sono inondati di contenziosi sulla Carta docente, dopo l’intervento della Corte di Giustizia Europea e la Corte di Cassazione che hanno ribadito l’illegittimità della condotta discriminatoria tra lavoratore precario e lavoratore a tempo indeterminato, il Ministero dell’Istruzione (ed il Governo) commette l’ennesimo passo falso.
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La legge di Bilancio 2024, infatti, ha introdotto un’importante novità per le lavoratrici madri: l’esonero dalla contribuzione previdenziale fino a 3mila euro annui per le donne con almeno tre figli (due per il 2024).
La norma, però, incredibilmente, limita la propria portata alle dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Le mamme lavoratrici precarie rimangono escluse!
Non perdono tempo gli Avvocati Ganci, Miceli, Rinaldi e Zampieri (Anief) che avviano il ricorso contro l’esclusione del personale docente, ata ed educativo a tempo determinato dal cosiddetto “Bonus mamme”.
La misura suddetta infatti garantirebbe un beneficio economico di circa € 3.000,00 solo per le lavoratrici a tempo indeterminato con tre o più figli (due per il 2024).
Anief ricorda che occorre presentare, entro e non oltre 8 aprile 2024, la richiesta scritta per poter beneficiare dell’esonero della contribuzione e ottenere € 3.000,00 anno.
Sul seguente link ANIEF tutte le indicazioni per avere il modello di diffida e procedere con il ricorso.
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